AVEZZANO – Si fa un gran parlare del nuovo ospedale di Avezzano ma si tacciono le reali condizioni della sanità in Abruzzo e, soprattutto, nelle aree interne. Ad aprire questo Vaso di Pandora ci pensa la Cgil-Fp dell’Aquila che, con uno studio effettuato in questi ultimi mesi, è riuscita a ricostruire la situazione in tutta la regione Abruzzo ed a constatare come le aree interne vivano in realtà l’anno zero dell’assistenza sanitaria. Carenze di personale e di strutture, servizi difficoltosi, inefficienze, lungaggini, problemi di collegamenti.
Ma ecco il lungo documento e le tabelle riassuntive gentilmente concesseci dalla Cgil- Fp, settore sanità, dell’Aquila: «Dall’analisi dei dati raccolti dalla FP CGIL della Provincia dell’Aquila e dalla CGIL Regionale emerge una carenza di personale su tutte le quattro ASL provinciali con una situazione allarmante per quanto concerne la ASL n° 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila – scrivono Carmie Ranieri Cgil Abruzzo, Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone e Angela Ciccone della Fp-Cgil Provincia dell’Aquila e Anna rita Gabriele della Fp-Cgil Medici – . Infatti le dotazioni organiche delle quattro ASL risultano determinate come di seguito: ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila 4053 unità lavorative, ASL Pescara 3449 unità lavorative, ASL Teramo 3558 unità lavorative, ASL Lanciano-Vasto-Chieti 5215 unità lavorative, con personale in servizio rispettivamente per L’Aquila di 3354 con 699 unità lavorative carenti (-17,25%), Pescara 3158 con 291 unità carenti (-8,44 %), Teramo 3043 con 515 unità carenti (-14,47%) e Chieti 4543 con 672 unità carenti (-12,89%), con una percentuale media di carenza di personale stimabile intorno al 13,38% riferita alla dotazione di personale, da qui una condizione assolutamente inaccettabile per la provincia dell’Aquila, che risulta essere la più penalizzata. A compensare parzialmente tale carenza si è ricorso in questi anni – dicono i sindacalisti – a centinaia di contratti di lavoro precari, che in molti casi vengono prorogati mese per mese, privando gli stessi lavoratori di certezze di continuità lavorativa.
Il dato diviene ancor più allarmante se osserviamo la estensione territoriale delle quattro provincie, il numero degli abitanti e la densità di popolazione. Infatti, la provincia dell’Aquila ha una estensione di 5047 km2 con una popolazione pari a 300.409, una densità di 59,52 abitanti/km2 per 108 comuni, Pescara 1230 km2 con una popolazione di 319.936, densità di 260,04 abitanti/ km2 per 46 comuni; Teramo 1958 km2 con una popolazione di 308.631, densità di popolazione di 157,92 abitanti/ km2 per 47 comuni; Chieti 2599 km2 con una popolazione di 387.649, densità di 149,12 abitanti/km2 kmq per 104 comuni. Se rapportiamo il dato sul personale in servizio alla vastità territoriale risulta per l’Aquila 0,66 unità lavorative per km2, per Pescara 2,56 unità/km2, per Teramo 1,55 unità/km2, per Chieti 1,74 unità/km2. Si determina pertanto uno stretto legame tra sistema sanitario/assistenziale e la rete di collegamento tra i territori, carenti entrambi di una prospettiva di investimenti e sviluppo.
In Regione Abruzzo circa il 50% del personale assunto nelle quattro ASL, in tutte le categorie professionale, ha una età media compresa tra i 50 e i 64 anni, tale condizione è il risultato del blocco delle assunzioni volute dai governi degli ultimi 10 anni e dal piano di rientro della regione Abruzzo. A quanto pare per la nostra Regione contano più le dinamiche di bilancio – ribadiscono dalla Cgil – che non una politica di maggiore occupazione e servizi prestati alla collettività. In sanità non serve una politica di contenimento della spesa ma sono necessari investimenti, soprattutto in un’ottica di integrazione Ospedale-Territorio, ad oggi gravemente carente.
Conseguenza di tale situazione è certamente la continua violazione delle norme sui riposi obbligatori, il ricorso inappropriato al lavoro straordinario, il concreto rischio di demansionamento per il personale che deve garantire diverse attività non proprie della categoria di appartenenza, aumento delle liste di attesa per i cittadini, aumento della mobilità passiva verso altre regioni con conseguente aumento di spesa a carico dei malati e dei contribuenti.
In virtù di quanto appena rappresentato si ritiene pertanto necessario ed indispensabile effettuare una congrua valutazione dell’effettivo fabbisogno di personale da parte della Regione, al fine di rimodulare il conto economico necessario per poter procedere alle stabilizzazioni ed alle assunzioni di nuovo personale.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali – concludono dalla Fp-Cgil – , in assenza di azioni concrete volte alla risoluzione delle enormi problematiche comunicano, sin da ora, che attiveranno ogni forma di protesta ed ogni iniziativa di lotta a difesa del diritto al lavoro ed alla giusta retribuzione del personale e tornano a chiedere una tutela maggiore per i tanti lavoratori precari che rischiano di vedersi precluso il loro diritto alla stabilizzazione, dopo anni di servizio prestato, a causa delle insufficienti risorse poste nel conto economico programmatico 2018-2020 dalla Giunta Regionale a copertura delle spese del personale».
Come già detto in precedenza, prima di pensare ad un futuristico avvenire, sarebbe il caso pensare alla gestione del presente dell’assistenza sanitaria nella Marsica e nella Provincia dell’Aquila. Una gestione, per il momento, che spesso non solo no brilla ma mostra carenze e difficoltà sin troppo evidenti.