AVEZZANO – Assemblea sindacale dei dipendenti del Comune di Avezzano e alla fine l’antico castello incantato aprì le sue porte.
Dopo tante polemiche e giustificazioni decisamente poco comprensibili, finalmente in mattinata si è tenuta l’attesa assemblea dei dipendenti del Comune di Avezzano. Lo diciamo subito non c’erano le folle oceaniche questo perché molti sono stati scoraggiati da quanto avvenuto dieci giorni prima, con la chiusura del Castello Orsini/De Angelis.
Ma andiamo all’assemblea. I rappresentanti della Rsu hanno illustrato le problematiche sul tappeto e che, in gran parte, dovranno essere oggetto del lavoro della Rsu che uscirà fuori dalle elezioni per il rinnovo dell’organismo che si terranno in settimana. Fra queste la contrattazione, i rapporti con l’amministrazione, organizzazione e carichi di lavoro.
Durissimo è stato l’intervento del segretario provinciale della Cgil-Funzione Pubblica, Francesco Marrelli: «Ci sono situazioni ed avvenimenti in questo Comune che dobbiamo analizzare sindacalmente e come Rsu in modo molto approfondito, la vicenda della direttiva che impedisce, di fatto, ai dipendenti di esprimersi liberamente, una sorta di censura preventiva, secondo noi è contraria a leggi e contratto nazionale. Le sanzioni vanno comminate davanti a fatti commessi da persone. Non si può fare il preventivo processo all’intenzione. Su questo ed altri episodi non escludiamo di procedere con denunce per attività antisindacale. Ma vorrei anche sottolineare – ha detto Marrelli – come ci siano problemi di relazioni sindacali, l’Amministrazione attiva servizi e impegna somme dal fondo senza contrattare con Rsu e sindacati come previsto dalla norma, e la stessa organizzazione del lavoro, pianta organica cambiata e ricambiata senza mai avere avuto un confronto col sindacato. Ritengo – ha concluso Marrelli – che sia necessario concordare una piattaforma sulla quale basare le nuove relazioni sindacali al Comune di Avezzano, relazioni al momento del tutto inesistenti».
Insomma, al Comune di Avezzano esistono e coesistono problemi di numeri e di carico di lavoro, ma anche questioni inerenti il confronto, la relazione e la democrazia, sia interna che esterna. L’anno zero, in buona sostanza, e di certo, il ritorno al confronto, anche duro, non potrà che fare bene. Agli amministratori soprattutto.