di Ferdinando Mercuri
Civitella Alfedena – L’ordinanza del Dirigente dell’Amministrazione provinciale dell’Aquila che limita la velocità a 30 Km/h lungo la S.R.509 di Forca d’Acero dal km 7+920 al km 9+600 e ancor più: il divieto di transito ai veicoli su due ruote (biciclette e motocicli) lungo la S.R.”Marsicana” dal km 0+00 al km 75+800, la S.R. 509 di “Forca d’Acero” dal km 0+00 al km 9+600 e la S.R. 479 “Sannitica” dal km 15+700 al km 35+000, ha finito per scatenare proteste. Insomma, bandita la presenza di bici e moto.
Con una lettera inviata al Prefetto dell’Aquila e per conoscenza al Presidente della Provincia e al Dirigente Settore Viabilità, è il sindaco di Civitella Alfedena, Giancarlo Massimi, per primo a farsi sentire.
«Non me ne voglia se l’incipit di una comunicazione istituzionale porta una citazione di una incisione, ma è la frase che maggiormente rende la sostanza dell’oggetto. “il sonno della Ragione genera mostri – . scrive il primo cittadino del comune del Parco, che prosegue – . L’ordinanza in questione vieta ai possessori delle due ruote, a motore e/o a pedali, il transito su una lunga serie di strade gestite dalla provincia. La provincia ha deciso, in tal modo, di abdicare ad una delle sue ultime funzioni: la viabilità. E’una resa come si legge nelle premesse, aggravata da accadimenti anche tragici, che non può essere derubricata come semplice questione amministrativa o, sarebbe meglio dire, di evitare responsabilità civili e penali. Tra l’altro, non me ne vogliano gli esegeti del provvedimento, ad un ordine segue una sanzione che va espressamente richiamata nell’atto. Leggendo l’ordinanza non mi risulta che ce ne siano, tanto da potersi affermare che l’unico effetto è da riverberarsi sulle eventuali responsabilità derivanti da incidenti, piuttosto che sul valore giuridicamente effettivo della stessa. Tanto da poter affermare, per semplificare con una frase: è un pezzo di carta intestata che crea questioni in particolare su chi, forze dell’ordine e polizia locale, è chiamato ad applicarla. Mi piacerebbe sapere chi controlla i motociclisti o coloro che per passione usano la bici, quante sanzioni saranno emesse nel frattempo: come insomma si procederà, se ai confini amministrativi con il Lazio, il Molise e le province abruzzesi saranno sistemate postazioni di controllo. Insomma, senza girare attorno ai contenuti, siamo di fronte ad un obrobrio giuridico dove la coerenza della forma assume i connotati di uno spettacolo che poco si addice all’essere di una istituzione pubblica. Se la risposta che si intende dare ad ogni tema è di questo tenore, tra poco chiuderemo le strade anche al traffico veicolare e forse, qualcuno potrà essere anche contento, ristabiliremo la viabilità tratturale, visto che i tratturi sono stati proposti come progetto Unesco per l’Italia. Non è mia intenzione – conclude Giancarlo Massimi – dilungarmi oltre, l’ho fatto con diverse note rivolte a Lei e al Presidente della Provincia. Le chiedo di voler convocare, in qualità di responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica, un incontro con le amministrazioni interessate dal provvedimento onde evitare di dare una immagine delle istituzioni, in tutte le sue articolazioni, non rispondente alla loro natura costituzionalmente intesa, tenuto conto che ci avviciniamo alla stagione estiva e che l’atto de quo può avere un impatto negativo anche sul turismo, parte considerevole della economia locale, oltre che sulla immagine del territorio aquilano».