AVEZZANO – Organizzazione e carichi di lavoro alla LFoundry, la Fim Cisl stigmatizza alcuni comportamenti e avverte la direzione aziendale che non saranno tollerate scelte unlaterali che andranno a ricadere sulle spalle dei lavoratori. Una situazione che, peraltro, precisa la Fim, si concretizza dopo che la stessa direzione, non troppi giorni or sono, ha annunciato le ferie forzate per calo produttivo andando ad aggravare ulteriormente i carichi di lavoro nei turni.
«La FIM aveva già argomentato sugli alti carichi di lavoro che si stanno registrando all’interno della fabbrica, dopo l’annuncio dell’abbassamento dei volumi produttivi e la collocazione del 50% dei dipendenti in ferie forzate, oltre alla riduzione unilaterale delle pause intermedie alle 12 ore.
Così, come del resto, la FIM – dice il segretario Antonello Tangredi – ha fatto nel corso della riunione del 23.04.18, quella sull’organizzazione del lavoro, ovvero, sul cosiddetto 2+3 (possibile accordo a breve scadenza), relativamente ad un’altra azione unilaterale dell’azienda che, appunto, senza discuterne con il sindacato, ha deciso di far girare il turno 6+3 (da 8 ore) al Laboratorio.
Insomma, qualche situazione anomala sta girando in fabbrica:
1) Si sopprime il turno sperimentale 6+3 in produzione, facendolo apparire non “appetibile” per i lavoratori;
2) Ferie forzate per il 50% dei turnisti e 100% degli indiretti a causa della poca richiesta di produzione da parte del mono-cliente On-Semiconductor, con ricadute indubbie sui dipendenti che non hanno un residuo ferie adeguato per portare a casa le 173 ore contrattualmente retribuite;
3) Alti carichi di lavoro in produzione e “schiene spezzate” ai lavoratori interinali, come dire: massimo risultato con il minimo sforzo;
4) Riattivazione in fretta e furia di macchinari fermati per lo Slow Down.
5) Necessità imminente, riconosciuta anche dall’azienda, di fare un passaggio al MISE, dove, è giusto che si ricordi, c’è un “tavolo aperto” meno di 2 anni fa che, attende risposte, oggi, più che mai importanti per il futuro dello stabilimento.
Poi, chi più ne ha, più ne metta ma, onestamente, la situazione è molto ingarbugliata e, la FIM – prosegue Tangredi – , non vorrebbe che, mentre qualcuno siede al tavolo delle trattative per non dare nell’occhio, qualcun altro “gioca” con le Università, sotto – sotto, qualcun altro, s’è fatto scappare (volontariamente) la SMIC e, ri-sottomettendo, come in altre situazioni, un management, assolutamente confusionario, stia giocando un altro tiro mancino, per scaricare qualche centinaio di indiretti sulla Società Civile. Sbagliare, come si sa, è umano ma, un’altra favola targata Marsica Innovation, per prendere credibilità e soldi pubblici (anche se da restituire !) e passarla in meno di 2 minuti di Notaio alla LFoundry, stavolta non la si potrà raccontare. Per concludere, la FIM a tutti i livelli, è seriamente preoccupata – chiude Tangredi – per il futuro imminente e, senza indugi, come sempre, vorrebbe curare le ferite in tempo: a buon intenditor!».