di Roberta Placida
AVEZZANO – Debutta questo fine settimana al Teatro dei Marsi l’ultima commedia dialettale scritta da Raffaele Donatelli e interpretata dalla compagnai “Je Concentramente” di Avezzano. Sabato alle 21 e domenica alle 17, infatti, al Teatro dei Marsi va in scena la pazzia con “CHI NEN È PÀZZE NEN CE JE VOLÉME”.
Il gruppo nasce nel gennaio del 2011 quando i componenti dell’associazione culturale “Madonna del Passo” decidono di inserire, tra le loro mille attività, anche un gruppo teatrale dialettale che potesse valorizzare il vernacolo avezzanese in un quartiere, “Borgo pineta”, che è il cuore pulsante della nostra città. Donatelli ha voluto creare questa nuova realtà nel quartiere dove è nato e cresciuto, e con il nome “Je Concentraménte” (così chiamano il nostro quartiere a causa di un campo di concentramento Austro-Ungarico durante la prima guerra mondiale) ha dato vita ad un gruppo di persone, coeso e con una grandissima passione.
Il successo è arrivato sin dall’esordio della neo nata compagnia, nel maggio 2011, con la commedia “La paura fa novanda” che ha registrato il tutto esaurito in tutte le repliche. Nel 2012 il gruppo si è confrontato anche con il teatro d’autore portando in scena “La Fertuna con l’effe maiuscola”, tre atti comici in dialetto avezzanese liberamente tratti da l’omonima opera di De Filippo e Curcio, ottenendo un successo ancora maggiore.
Nel 2014 la compagnia esce dai confini marsicani e ottiene il primo successo nazionale con “ Je mórte sta bbóne” tratto da “ Il morto sta bene in salute” di Gaetano Di Maio, lavoro che ha ottenuto il Primo Premio, assegnato da una giuria di Esperti di livello nazionale, all’importantissimo PREMIO NAZIONALE “ SERAFINO AQUILANO”, dopo aver superato, insieme ad altre 12 compagnie, una durissima selezione di 80 gruppi provenienti da tutta Italia. Di anno in anno il successo si è sempre più consolidato, così come la bravura e la professionalità degli attori che, ormai, di amatoriale hanno solo il nome.
Come noto l’Associazione è attiva anche nel volontariato con laboratori teatrali con detenuti, educatori e polizia penitenziaria, coinvolgendo altre associazioni di volontariato come l’Unitalsi. Il teatro in carcere è un forte strumento di cambiamento per gli attori-detenuti ma è anche un mutamento del mondo carcerario a sostegno della legislazione più avanzata, che persegue l’obiettivo del reinserimento in società di chi vive l’esperienza del carcere. Obiettivo pienamente condiviso e sostenuto da tutto il personale dell’istituto. Il gruppo lavora anche nelle scuole elementari ottenendo dai giovanissimi attori risultati di tutto rispetto.
Abbiamo intervistato per voi il regista Raffaele Donatelli che ha risposto alle nostre domande con l’entusiasmo di chi vive con passione autentica tutto quello che fa. Il teatro è il suo mondo e nella sua visione è un mezzo di diffusione culturale, ma anche di riscatto sociale.
D. Quale pensa sia l’importanza del vernacolo nella società attuale? Pensa che il dialetto possa rafforzare il senso di appartenenza alla propria comunità?
R. Il dialetto è l’idioma che condivide un’area geograficamente delimitata. Conservare questo linguaggio è importante in quanto è una parte fondamentale dell’identità di una comunità. Il vernacolo ha il potere di tramandare oltre alla lingua le tradizioni, gli usi e i costumi dei nostri nonni.
D. Come e da cosa nascono le trame delle sue commedie?
R. Le trame delle mie commedie sono di pura fantasia, nascono cogliendo episodi ed esperienze di vita quotidiana.
D. Vi confrontate anche con il Teatro d’autore: quali sono le difficoltà nel rapportarsi con grandi autori e nel reinterpretarli ?
R. Negli ultimi anni abbiamo interpretato solo commedie scritte da me. Negli scorsi anni ho tradotto in dialetto De Filippo, Di Maio, Scarpetta, adattando le commedie alla nostra realtà. Tradurre e studiare questi grandi autori mi ha dato la possibilità di lanciarmi come autore nel meraviglioso mondo del teatro. Naturalmente sempre con le dovute differenze
D. Fate teatro nelle scuole e nella casa circondariale: può parlarci di queste esperienze?
R. Nelle scuole, i bambini, durante la preparazione degli spettacoli, riescono ad abbandonare per un periodo i loro smartphone ed a usare un lessico diverso da quello dei libri scolastici e, secondo me, li prepara alla comprensione e all’apprendimento di altre lingue. L’esperienza all’interno del carcere è stata emotivamente coinvolgente in quanto siamo riusciti a far recitare detenuti, educatori e personale penitenziario con i ragazzi disabili dell’Unitalsi. Veder recitare insieme ragazzi appartenenti a queste due categorie diametralmente opposte ci ha arricchito umanamente, la solidarietà nata tra di loro ci ha addirittura commosso.
E ora parliamo dell’ultimo lavoro della compagnia: “CHI NEN È PÀZZE NEN CE JE VOLÉME”. Come descrivere questa commedia? La risposta che danno i suoi protagonisti è inizialmente spiazzante: “ Che cos’è la normalità? È un mucchio di pazzi fuori dal manicomio”. E la trama della commedia ci spiega il senso dell’affermazione: la storia parla, infatti, di un immaginario manicomio per artisti dove accadono le cose più impensabili tra “Ospiti”, “Visitatori” e “Personale sanitario” al punto da non capire più chi è “Pazzo” e chi è “Normale”. Diverse situazioni si intrecciano tra di loro fino al punto da far pensare agli spettatori che non esiste soluzione, ma grazie alla “genialità” di un pazzo, tutto si dipana portando la commedia ad un lieto fine.
L’appuntamento è per sabato 5 e domenica 6 maggio al Teatro dei Marsi, dunque, per scoprire, tra una risata e una riflessione, il confine tra follia e normalità. E se scoprissimo che proprio la normalità è la vera pazzia?
In scena gli attori: Stefania Antidormi, Giulia Antonini, Nice Appugliese, Sergio Berardi, Roberta Biagiotti, Edda Comegna, Raffaele Donatelli, Lillina Franchi, Piero Iannuzzi, Fabio Leone, Fabrizio Lustri, Danilo Mandato, Maurizio Pelliccione, Gina Pendenza, Massimo Petrini, Gisella Venditti, Orlando Viscogliosi. TECNICI: Gianni De Amicis, Enrico Graziani, Valerio Iacobucci. PUBBLICHE RELAZIONI: Silvio Di Loreto, Teresa Maceroni. DISEGNO: Antonio Del Rosso. COREOGRAFIE: Carmelina Del Fosco. MUSICHE ORIGINALI: Giuliano Graziani in collaborazione con Jazz On Avezzano. MAESTRO DI CORO: Massimiliano De Foglio. REGIA: Raffaele Donatelli. Prevendita biglietti: Merceria Gransasso via Vittorio Veneto 92 Az tel 0863 413350- 3387211156; Acciderba via Don Minzoni 25 Az tel 3478233426; Tabaccheria Rosati via Garibaldi angolo via Bagnoli Az tel 0863 411956.