AVEZZANO – Spostamento su via Garibaldi del marcato del sabato, colpa della pista ciclabile e delle imposizioni di questa giunta e del suo sindaco a commercianti e cittadini. La tesi viene esposta dai consiglieri comunali del Pd, Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino, fra i pochi in opposizione a non aver nemmeno pensato a fare il coniglio saltatore, come invece, in questi sette mesi hanno fatto con disinvoltura e abilità allenata tanti altri, come i consiglieri dell’Udc, il Salvinian-civico Casciere, Di Micco, Nando Boccia, e, seppure in attesa di “concessione” da Salvini e dai suoi in Abruzzo, il trio Tudico-Di Stefano-Luccitti. Tutti passaggi, come noto, “Per il Bene della Città”. famigerata formula ormai molto di moda al Consiglio comunale di Avezzano.
Verdecchia e Di Berardino narrano come la delibera iniziale della pista ciclabile poneva come obiettivi innanzitutto il collegamento fra frazioni in modo da ottenere un più stretto rapporto fra capoluogo e frazioni. L’aver posto la ciclabile in quell’area ha comportato poi una serie di scelte, cambio di viabilità e spostamento del mercato, che non hanno mai coinvolto minoranza, associazioni di categoria e soprattutto i cittadini residenti nelle arie aree interessate. Una filosofia, questo però dimenticano i due consiglieri del Pd, incentrata tutta sul “State tranquilli e fidatevi di me!”, molto caro all’attuale inquilino di Palazzo di Città.
Questa la dettagliata nota di Verdecchia e Di Berardino: «Se qualcuno avesse semplicemente letto e soprattutto realizzato i principi ispiratori della pista ciclabile meglio indicati nella delibera n. 49 del 19.02.2014, si sarebbe accorto che la finalità della stessa era non solo tesa a migliorare il livello della sostenibilità del sistema di trasporto, cercando di ridurre l’uso del veicolo privato a vantaggio dei sistemi più sostenibili, oltre che il trasporto pubblico e l’andare a piedi, ma era una pista ciclabile finalizzata a connettere le periferie con il centro della città e non a lasciare isolate le varie frazioni dal centro inteso nel c.d. “quadrilatero”.
Il progetto “SICURA 2” prevedeva – spiegano Verdeccia e Di Berardino – , nel terzo, quarto e quinto step di attuazione, il collegamento di quella già esistente in località Borgo Pineta con Piazza Matteotti, ma soprattutto prevedeva quale principio attuatore della pista ciclabile il collegamento della pista denominata “ San Nicola” con i quartieri di Borgo Angizia, Chiusa resta, via Napoli, via San Francesco e via San Nicola per una lunghezza circa di 1.700 metri; il tutto con il finanziamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per 373.000 euro circa, del centro di ricerca per il trasporto e logistica dell’Università La Sapienza di Roma per 278.000 euro circa ed il coofinanziamento dell’Amministrazione comunale di 178.000 euro circa.
Ora la nuova Amministrazione non ha fatto altro che rimodulare la pista ciclabile, sovvertire il principio attuatore di spostare gente dalla periferia al centro, facendo invece, con la realizzazione della pista ciclabile che è sotto gli occhi di tutti e che pensiamo non meriti alcun commento, ristagnare le persone all’interno del quadrilatero. Pista che non solo ha già divorato 220 posti macchina e resa insicura per attraversamenti in doppio senso di marcia con i sette incidenti sinora reclamizzati e pubblicati, e che invece di essere eseguita come indicato nel progetto definitivo ed esecutivo presenta un cordolo impegnativo da un punto di vista della sicurezza, lasciando invece inalterati quei pericoli dettati dall’esistenza di chiusini, caditoie e pozzetti del tutto inopportuni ed inappropriati.
Senza nulla dire sui danni ai commercianti dell’area in questione, giusto per non aggravare la situazione. Ma la pericolosità della pista non è in tutto quello che si vede ad occhio nudo – proseguono i due del Pd – , visto che la sua collocazione ha stravolto non solo il centro cittadino, con sicure problematiche nel periodo autunnale/invernale che preferiamo non commentare, ma è stata posta in maniera talmente subdola tanto da voler far credere ai cittadini che in virtù anche di altri “aggiustamenti al traffico cittadino”, in virtù della pedonalizzazione di un tratto di via Corradini, richiamando un adeguamento alla più aggiornata regola in materia di sicurezza, induce qualcheduno a voler spostare il mercato settimanale del sabato dalla storica vecchia collocazione ad una nuova location, imposta senza mezzi termini da sua maestà e relativi cortigiani con decorrenza da sabato 6 ottobre.
Ora, sarebbe inutile dire che l’opposizione non è stata minimamente posta a conoscenza di nulla se non nella partecipazione ad una commissione commercio tenutasi in data 12 giugno dove molto si è detto e molto si ebbe a contestare nella speranza che il tutto fosse recepito. A fronte della gran parte della maggioranza che si è resa supina e silente, avrebbe dovuto esserci un maggiore coinvolgimento delle varie associazioni di categoria le quali – prosegue la nota – , nonostante sporadici incontri e nonostante la proposta alternativa da alcune di esse effettuata anche con la nota del 14 settembre a firma dal responsabile Confcommercio della Marsica Giovanni Cioni e del Presidente della Cidec Roberta Masci, hanno trovato l’IMPOSIZIONE dell’Amministrazione, o meglio della sola giunta che, narrando in modo inappropriato problemi sulla sicurezza e sulla viabilità, avrebbero già inteso d’imperio spostare l’area mercatale nella parte sud di via Garibaldi da Piazza Orlandini in direzione via Nuova, il tutto, molto probabilmente anche perché Villa Torlonia ritornerà finalmente fruibile all’intera cittadinanza.
Ma non è finita qui: qualche amministratore ben pensante ha domandato, così come democrazia impone, a tutti i commercianti del centro interessanti all’area mercatale, quindi persone diverse dagli operatori del mercato, cosa pensano al riguardo! Sempre i ben pensanti hanno inteso domandare a tutti quei cittadini abitanti e residenti su via Garibaldi e Piazza Orlandini a scendere verso via Nuova, cosa possono pensare della nuova area mercatale insistente su quei tratti di strada! Questo perché tutto chiaramente si è svolto senza coinvolgere minimamente la cittadinanza – concludono Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino – che forse, ad colorantum, meriterebbe essere avvisata delle imposizioni che vengono dall’alto, soprattutto quando le stesse comportano uno stravolgimento tangibile degli assetti e della vita quotidiana. Sarà interessante conoscere la risposta dei cittadini a tale scempio. – I Consiglieri del Partito Democratico – Domenico Di Berardino e Roberto Verdecchia».
Ma ormai l’azione “innovatrice” del sindaco è avviata e, come una sorta di centrifuga, sta coinvolgendo ogni pezzo di Avezzano per cambiarla totalmente. Al punto di non sembrare nemmeno più Avezzano.