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AVEZZANO. OPERAZIONE “TUTTI PER UNO” DELLA FINANZA. I DETTAGLI

Redazione di Redazione
30 Ottobre 2018
in Attualità, Cronaca, Salute
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AVEZZANO – Intercettazioni ambientali, telefoniche e video sono alla base dell’inchiesta, portata avanti dalla fiamme gialle di Avezzano sotto la guida del comandante Alessio Grillo, che ha fatto emergere un presunto giro illegale di certificati falsi nella Marsica. Dovranno comparire dinanzi al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Avezzano il 25 gennaio prossimo 16 degli indagati nella vicenda “Tutti per Uno”. La richiesta è stata avanzata dal sostituto procuratore Roberto Savelli.

Gli indagati: Arnaldo Aratari di Gioia dei Marsi e figura chiave della vicenda, indagato insieme alla moglie Tiziana Mascitelli – entrambi sottoposti agli arresti nell’ambito dell’inchiesta – e al suocero, Guglielmo Mascitelli. Angelo Gallese, medico psichiatra della Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila  e responsabile del Centro d’igiene mentale di Avezzano, altro personaggio cardine della vicenda, Luigi Maiello, agente di polizia penitenziaria di Avezzano, Maria Palma Di Biase di San Benedetto dei Marsi, Paolo Di Bella di Avezzano, Gino Arioli medico di Ortucchio, Njiac Shahini di Avezzano, Orlando Morelli di Avezzano, Ida Morelli di Avezzano, l’ex consigliere e assessore regionale Mario Panunzi di Avezzano, Paola Fracassi di Avezzano, Carmine Macerola, carabiniere in congedo di Cerchio, Giuseppe Agostinacchio, carabiniere in pensione originario di Roma. In aula dovrà comparire anche Gianluca Alfonsi, consigliere provinciale e finanziere di Gioia dei Marsi, accusato di aver rivelato alcune informazioni ad Aratari, suo compaesano, circa indagini che riguardavano quest’ultimo.

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Ma ricostruiamo per gradi fin dall’origine l’indagine “Tutti per uno”:L’operazione scattata all’alba del 24 maggio scorso relativa al procedimento penale n. 2388/2016 si sviluppa parallelamente  ad un’indagine che vede coinvolto il suocero di Arnaldo Aratari, Guglielmo Mascitelli.  L’anziano era finito nel mirino degli investigatori per indebita percezione di previdenze INPS in seguito all’accertamento di una disabilità che gli attestava l’incapacità di svolgere autonomamente le sue funzioni di vita. Tale indagine, che ha aperto la pista agli inquirenti, ha avviato il p.p 436/16 pendente ad oggi davanti al giudice di Avezzano Minotti. Le indagini  si erano allargate a macchia d’olio, portando alla luce, anche attraverso l’uso, da parte dei finanzieri, di “cimici” e telecamere nascoste, un ampio sistema definito dagli inquirenti “fraudolento”. Le complesse indagini, condotte egregiamente dai militari della Guardia di Finanza, coordinati dal comandante Alessio Grillo, hanno tolto il velo– secondo le ipotesi accusatorie –  ad un presunto e radicato sistema illecito fondato sull’ipotesi investigativa della compravendita di certificati medici. Tali certificati venivano utilizzati per gli usi più sviariati, dall’ottenimento di previdenze sociali ai permessi per evitare di comparire nelle aule di giustizia, ai permessi di lavoro fino all’ottenimento delle destinazioni di lavoro più gradite che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio dei 16 indagati. L’indagine aveva provocato un vero tsunami nella Marsica, per la tipologia dei reati al centro dell’inchiesta e il coinvolgimento di personaggi noti nella vicenda.

Nell’ambito di tali inchieste gli inquirenti hanno portato avanti anche un’altra indagine che si incastra con i due procedimenti precedenti e vede coinvolto solo il patron della MediaSalus, Arnaldo Aratari, in relazione alla dispensa dal suo lavoro certificatagli nel 2007.  Proprio nelle scorse settimane il Tribunale di Avezzano aveva rigettato la richiesta di dissequestro dei beni riconducibili ad Arnaldo Aratari, posti sotto sequestro nell’ambito del procedimento 558/ 2017 che vede lo stesso accusato dagli investigatori di aver attestato false invalidità. Il gip Maria Proia, nei giorni scorsi, dopo aver ordinato il dissequestro di una parte dei beni relativi ad Aratari, ha disposto un’integrazione peritale che nei prossimi giorni le sarà presentata dal CTU, Cristian D’Ovidio. La decisione è stata presa all’esito di un incidente probatorio che ha riconosciuto l’effettiva sussistenza di una delle patologie, quella lombosacrale, che all’epoca ( 2007) gli erano state certificate da una commissione medica presieduta dal Dottore di Pratola Peligna, Alberto Panella. Arnaldo Aratari – secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti  – aveva ottenuto la previdenza INPS, lasciando il lavoro da insegnante, per un quadro patologico fondato su tali patologie considerate dagli investigatori inesistenti su cui il GIP, infatti, ha chiesto ulteriori accertamenti; le indagine delle fiamme gialle hanno certificato come l’Imprenditore si cimentasse in attività incompatibili con le patologie.

Le Intercettazioni telefoniche e ambientali: Nel corso dell’inchiesta “Tutti per Uno” le Fiamme Gialle di Avezzano si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti e riprese video, che cristallizzano conversazioni e situazioni che hanno come oggetto anche il tentativo di avvicinamento dei vari CTU che si sono alternati nel corso dei procedimenti penali e che hanno permesso l’ottenimento di una imponente mole di materiale e documentazione. Tale materiale acquisito è ancora al vaglio degli inquirenti e potrebbe far emergere nei prossimi giorni ulteriori novità.  Nell’ambito dell’inchiesta 2388/2016 sono stati arrestati 10 indagati. La Cassazione ha annullato l’arresto di Arnaldo Aratari e Tiziana Mascitelli.

Il collegio difensivo è formato dagli gli avvocati Franco Colucci, Mario Del Pretaro, Antonio Milo, Antonio Valentini, Dario Visconti, Antonio Pascale e Cesidio Di Salvatore.

 

Tags: aratari arnaldoFalsi CertificatiMalasanitàmedisalustruffatuttiperuno
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