TAGLIACOZZO – Ieri mattina 9,30 sulla piazza antistante gli uffici del Comune, nonostante il freddo pungente, sostavano e discutevano tra loro due distinti gruppi di persone. Erano afghani e pakistani in attesa di presentarsi, a turno, allo sportello dell’ufficio anagrafe per ufficializzare e regolarizzare la loro posizione.
Provenienti da varie città italiane, erano tutti muniti di permesso di soggiorno di protezione sussidiaria e di certificato di lavoro. Quindi, perfettamente in regola con le normative vigenti in materia. La loro presenza non è passata inosservata e molti astanti si interrogavano se tanto nutrito gruppo non facesse parte di qualche accordo intercorso tra le varie istituzioni pubbliche e sodalizi associativi deputati all’accoglienza degli immigrati. Il dettaglio, non è dato sapere. È bene ricordare che il permesso di soggiorno di protezione sussidiaria è uno “status” pari a quello del rifugiato e che tale viene riconosciuto dalla competente Commissione Territoriale in seguito alla presentazione di domanda di protezione internazionale.
Il permesso di protezione sussidiaria, come noto agli addetti ai lavori, è rinnovabile e consente l’accesso allo studio, lo svolgimento di un’attività lavorativa (volantinaggio, nel caso dei nuovi arrivi di Tagliacozzo), l’iscrizione al servizio sanitario e dà anche diritto alle prestazioni assistenziali dell’Inps come, ad esempio, l’assegno sociale e la pensione agli invalidi civili.