Caro direttore Pierluigi Palladini, stonata come una campana, canto fuori dal coro a più voci di colleghe e colleghi di Marsicaweb.
Tu sai come sono: ribelle, controcorrente, antipatica. Ma, pratica e realista. Un caratteraccio. Tra botti, bombe, esplosioni di razzismo nel senso di razzi di fine anno, mi chiedo: cosa si vuole festeggiare?
Forse il nuovo che invecchia e la tragedia del divenire? Si brinda, forse, al Capodanno che – la parola stessa lo spiega – è a capo del danno del tempo che passa?
Riflettiamo: è un giorno come un altro, una manciata di attimi tra la luce di un anno che passa e il buio sconosciuto di un altro che viene. Una vera finzione di cerimonie di addio e di un falso ed ipocrita benvenuto. Ad ogni modo, auguri a tutti lo stesso.