AVEZZANO – Ha un anno (data della sua produzione), arriva dopo 30 anni di sviluppo, nelle sue varie fasi di ricerca, il farmaco “Oxervate”, nato dall’illuminazione di Rita Levi-Montalcini e sviluppato dalle industrie Dompè, proprio nell’aquilano. Ecco il farmaco salvavista nato dalla scoperta della senatrice a vita Montalcini.
Difatti, partendo dal principio da lei osservato (ovvero il “fattore di crescita neuronale”-Ngf) il quale le è valso la famosa medaglia svedese, si è arrivati oggi ad un medicinale per una cura fino a ieri inesistente. La malattia in questione è la “cheratite neurotrofica” e consiste (riassumendo) nella formazione di ulcere nella parte della cornea, nell’occhio. Finora la cura non esisteva, e si poteva arrivare fino a suturare l’occhio del degente malcapitato.
Allora, negli anni di sviluppo e ricerca partiti con la scoperta della Montalcini, si è deciso di virare proprio verso questo tipo di malattia, alla quale si ipotizzava applicabile l’Ngf poiché la cornea risulta essere proprio uno degli organi più innervati del corpo umano.
Ma questo non ha scoraggiato la Dompè, che forte dei suoi numeri (250+ milioni di fatturato nel 2017), ha saputo tener in vita il settore “ricerca e sviluppo”, fino ad arrivare alla creazione di questo collirio che aiuterà le persone colpite (1/5000) da questa malattia, con un costo accessibile per lo Stato, e magari darà il via a nuove ricerche affiliate per scoprire nuove cure. Una grande intuizione imprenditoriale, della quale la medicina abruzzese potrà fregiarsi, grazie alla perseveranza di Sergio Dompè.
Ma soprattutto grazie a Rita Levi-Montalcini, un esempio di passato che influenza il presente per un grande futuro, anche dopo il suo ultimo viaggio.