AVEZZANO – L’avvocato Leonardo Rosa ci ha inviato una nota che riportiamo integralmente, ma prima della quale è necessario raccontare l’antefatto e alcune differenziazioni da fare.
Torniamo indietro nel tempo. Sera del giorno 6 giugno 2019, ore 21, sala riunioni del Municipio di Avezzano, riunione di maggioranza, due giorni prima del Consiglio comunale che ha sfiduciato Sindaco e Presidente del Consiglio. Incontro preceduto da una riunione di Fratelli d’Italia a L’Aquila con i vertici del partito conclusosi con un documento ufficiale.
Presenti il Sindaco e i rappresentanti delle forze consiliari che lo appoggiavano. Fra questi, appunto, l’avvocato Leonardo Rosa che con la Cosimati e Gentile formava il gruppo di Fratelli d’Italia. Gruppo che si era spaccato poco prima su una questione di chiarezza e correttezza. Come si ricorderà, Fratelli d’Italia aveva posto al Sindaco tre questioni dirimenti per proseguire: Mercato, Multe Tred e la messa in sicurezza della pista ciclabile e cambiamenti nella squadra amministrativa.
Il Sindaco, in buona sostanza, rispose “niet” a tutte e tre, proseguendo nella sua linea nonostante in ballo ci fosse il Bilancio consuntivo e il rischio di far cadere l’intera amministrazione.
Rosa aspettò la riunione di maggioranza e, proseguendo secondo la linea concordata con la componente partitica, non avendo ricevuto le risposte attese, nella stessa riunione annunciò il suo voto contrario non essendo state soddisfatte le richieste programmatiche avanzate e per lui irrinunciabili. A questo atteggiamento politico, la risposta del Sindaco e di alcuni esponenti della maggioranza, ormai minoranza, è stata quella di apostrofare Rosa come un provocatore, definito poi “delinquente”. Di lì gli animi accesi e… l’invito rivolto a Rosa ad uscire dalla riunione. Riunione alla quale, peraltro, prese parte Luigia Francesconi ma non Marco Natale che poi, in Consiglio, insieme a Rosa, il giorno 8 giugno 2019, dopo l’ennesima riunione di maggioranza rivelatasi inutile, votarono con l’opposizione, ribaltando i numeri e sancendo la fine dell’Amministrazione De Angelis. Può non piacere a chi viene sfiduciato ma, come si diceva una volta, “È la democrazia, bellezza!”.
E qui si arriva al video. Fra i presenti, qualcuno, a quanto pare senza avvertire, ha iniziato a riprendere quell’incontro. Un incontro di maggioranza, chiuso al pubblico e riservato a poche persone. Quindi per riprendere e diffondere le immagini sarebbe stato necessario chiedere il consenso di tutti i partecipanti. Consenso che Rosa non ha mai dato e che tanto meno gli sarebbe mai stato chiesto. Nonostante tutto, però, il video è stato fatto e, dopo qualche giorno, è stato diffuso in maniera virale su Whatsapp. Lo abbiamo anche noi in redazione, ma non lo pubblicheremo mai. Non fosse altro che per il rispetto che manteniamo nei confronti delle Istituzioni Democratiche.
Un atteggiamento, a nostro avviso, che fa ripensare molto a quei regimi sudamericani, tipo Pinochet in Cile e militari in Argentina, con delazioni, fotografie e riprese anonime (ai tempi con le telecamere), che servivano al dittatore di turno per isolare ed eliminare gli oppositori. Ed evidentemente chi lo ha fatto, il video nella sala riunioni della maggioranza ad Avezzano, in fondo in fondo a quel tipo di “cultura”, in qualche modo, è ancora legato nel suo intimo più profondo.
Questa la nota dell’avvocato Rosa.
«IL DIRITTO DI ARRABBIARSI.
Vengo sollecitato a prendere posizione su un video, girato ad insaputa di molti (ma non di tutti), dove mi si ritrae in una riunione privata del 6.6.19 (c.d. riunione di maggioranza), in cui assumo toni iracondi, come mai assunti prima, nei confronti di Colui che, a mio avviso, è stato causa di tanta sofferenza e riprovazione da parte del popolo Avezzanese.
Come molti ricorderanno la crisi del governo cittadino era emersa in tutta la sua portata a marzo 2019, ma a causa della miopia di Colui che aveva il dovere di vederla, si era costretti a sanzionarla nel Consiglio Comunale del 18.4.2019 in cui i Consiglieri procedevano alla bocciatura del bilancio consuntivo.
Da tale data (18.4.19) a quella della riunione incriminata (6.6.19) si sono contrapposti due ordini di pensieri:
quelli che ritenevano di ricomporre la crisi dietro una mera dichiarazione di una appartenenza ideologica al centrodestra, ma con vivo interesse allo sporzionamento delle poltrone;
e quelli (come lo scrivente) che continuavano a reclamare una immediata azione amministrativa sulla attuazione di programmi già condivisi (es. vedi trasferimento mercato in centro, annullamento multe, messa in sicurezza pista ciclabile, riacquisizione somme da parte della GIELLE, etc.).
Ebbene in tale contesto l’aver ribadito l’immutata volontà di dare immediata attuazione ai programmi sospesi (e dalla compagine partitica formalmente validati) ha suscitato le ire del Grande Taycoon che a voce alta definiva ” delinquente ” il Consigliere Comunale che aveva osato contrapporsi al suo volere e quindi reo di voler far cadere il “suo governo”, sicché il Consigliere veniva invitato ad uscire dall’aula.
In tal caso ci si chiede: quale è la figura dell’aggredito e quale ancora quella dell’aggressore? Dove il paradigma della causa e dove la conseguenza dell’effetto? Ed ancora si può verosimilmente accusare di tradimento il Consigliere che è stato sistematicamente tradito nelle aspettative più volte assicurate e mai rispettate?
A distanza di due anni di sopportato silenzio, dinanzi a tale modalità di confronto, si ha il DIRITTO di ARRABBIARSI e così urlare le ingiustizie commesse in danno degli ignari cittadini?
Ora si viene a sapere che quel video …. , sottratto al consenso dell’interessato e decontestualizzato dai reali accadimenti, viene diffuso in maniera virale a motivo di discredito della persona che aveva osato ribellarsi all’Autorità del Comandante.
Un antico proverbio, frutto della tradizione popolare, era solito affermare: con i maleducati … ci vogliono gli screanzati! Riservata ogni e più ampia iniziativa legale in ordine alla illegittima creazione e divulgazione del video. – Avezzano lì 4 luglio 2019 – F.to Leonardo ROSA».
Una considerazione è doverosa. L’insulto non è mai lecito, nemmeno nelle situazioni più calde e stressanti. Rispondere all’insulto difendendosi, e soprattutto difendendo la propria dignità, sia personale che politica, come fatto dall’avvocato Rosa nel ribadire le priorità programmatiche rispetto alle nomine, riteniamo sia un diritto inalienabile che non si può censurare. In quel video, peraltro, i toni sono accesi da tutte le parti, tanto da definire contorni inaccettabili per chi, in quel momento, rappresenta una istituzione pubblica ed emanazione diretta del popolo.
Il nostro augurio è che questa sia davvero l’ultima pagina del libro, spesso triste, di questi ultimi 23 mesi e 10 giorni e che il futuro possa riservare a questa città, ed a tutta la Marsica, tempi migliori, fatti di buona amministrazione, ascolto della gente, rispetto reciproco fra le parti politiche e, soprattutto, rispetto per quelle istituzioni, libere e democratiche per il cui ottenimento, oltre 70 anni fa, si sacrificarono centinaia di giovani vite che combatterono arroganza, prepotenza e autoritarismo.