AVEZZANO – In un dizionario, al lemma “metafisica” leggiamo testualmente: “…Ogni dottrina filosofica che si presenti come scienza della realtà assoluta, che cerchi cioè di dare una spiegazione delle cause prime della realtà prescindendo da qualsiasi dato dell’esperienza; quindi fig. ( iron. o spreg. ), di quanto presuma di raggiungere o formulare ragioni risolutive mediante procedimenti estremamente cerebrali e astrusi…“, più scientificamente, se è consentito, si potrebbe dire che essa “…sia quella parte della filosofia che, andando oltre gli elementi contingenti dell’esperienza sensibile, si occupa degli aspetti ritenuti più autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva più ampia e universale possibile…“.
Dopo serena e attenta riflessione, guardando con attenzione al continuo “divenire” “immobile” delle impostazioni della direttiva politica del Palazzo di Avezzano, ovvero l’Hotel de’ Ville, non resta che esplorare la questione da un punto di vista metafisico, ovvero astraendo per un istante dalla realtà per poi tornarvi dopo averla esaminata nei suoi “atomi” costitutivi, per scoprire che la conoscenza di essa è in sé irraggiungibile poiché forse, gorgianamente, non esiste!
Eppure, in essa si trova l’implicita contraddizione del distinguo parmenideo, ovvero non è l’essere a esistere ma il “non essere”, in quanto è lo spettro del “governo” o dei “governi” “passati” a dettar la legge che “crea dalla materia la forma, passando infine dalla potenza all’atto“…
Direte voi cosa possa significare questo povero discorso, per certi versi oscuro… Pazienta mio ignoto lettore, la spiegazione arriva!
Ed è semplice: una progettazione di Palazzo, voluta dal Palazzo e perseguita da persone che frequentano il Palazzo, trasforma la realtà della Piazza più antica della Nuova Avezzano, ovvero la Piazza del Mercato, l’unica vera agorà cittadina come abbiamo avuto modo di spiegare in precedenza, quella piazza definita, più o meno giustamente, in passato “non luogo”, quella piazza che fu svuotata grazie alla creazione dei grandi centri commerciali e ipermercati e supermercati vari, e trasforma questa realtà creando un luogo che è una visione tecnologica dell’agorà stessa, dove i platani secolari vengono sostituiti da anonime piantine o da sempiterni alberi di acciaio, nuova foresta destinata a creare il substrato per un mondo di replicanti replicati secondo i desideri dell’Hotel de’ Ville!
Perché questo? Ma è semplice, ignoto lettore, il progetto varato da qualcuno nel passato è stato avviato da un qualcun altro di un passato più recente, finché traslato nel non essere anche egli, giunge uno nuovo che dopo aver, per certi versi, tergiversato, grazie a valutazioni che restano per lo più oscure, come i miti pitagorici ed i misteri eleusini, compie l’atto aristotelico che dà forma finale alle cose, salvando “dicet” due su cinque che dovrebbe, forse, contenere un segreto messaggio poiché due non è numero perfetto che si riconduca ad un qualche rapporto armonico, infatti approssima fortemente in eccesso la sezione aurea. I due sono i platani che residueranno alla nuova segagione, e magari transiterà “Brancaleone” a dire “Olà, chi tu sei che della città cotal scempio fai?”
E risposta non c’è perché il Palazzo è lontano, oltre le nebbie e noi siam nella caverna e vediamo solo le ombre che proietta sul suo fondo…
Così i discorsi, gli incontri, i pareri e le raccolte di firme cadono come foglie secche trascinate via dal vento freddo del settentrione. Resta anche senza risposta, quale inascoltata supplica, una lettera inviata al Commissario e ai due Dirigenti Competenti sulla applicazione di una norma di autotutela… Eppure avrebbero dovuto rispondere poiché l’istanza alla Pubblica Amministrazione va sempre evasa…
La Pubblica Amministrazione!
Dove è il Senato, dove sono le Assemblee Centuriate, la Bulé, o ancora dove son gli Stati Generali? I consoli son caduti e dunque il Senato ha chiamato l’unico che assomma su di sé il potere della res publica, che ha riunito i fasci littori segno del potere dell’Hotel de’ Ville…
Facciamo un passo indietro!
Strano: due alberi e due dirigenti… E’ solo cabala o è un qualche scherzo della metafisica eleatica? Aveva Ragione Tito Livio: “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur…“. Cosa resta del nostro discorso sulla metafisica del potere? Nulla, in fondo, il potere è una illusione creata dagli uomini affinché alcuni, pochi, abbiano a disporre della volontà dei molti… Ma questa, se ben rispolveriamo i ricordi di antichi studi, è l’anticamera della aristocratica…tirannide!