Teresa Maddai
SANTE MARIE – A cinquant’anni dalla morte, il sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, disvela una targa per omaggiare e ricordare la memoria del “prete della carità”, don Beniamino Vitale. Un commovente ricordo dell’uomo e del sacerdote, i cui insegnamenti – ha voluto sottolineare il primo cittadino nel corso della cerimonia di ieri – sono ancor oggi prezioso riferimento per tutti gli abitanti di Sante Marie.
«Un simbolo di amore e di pace, di solidarietà e carità cristiana» ha concluso Berardinetti tra gli applausi dei numerosi presenti a coronamento di una giornata indimenticabile. Don Beniamino Vitale è stato anche personaggio di grande rilievo durante il periodo della Resistenza. Lo ricorda in un suo libello Bruno Corbi dal titolo “Scusateci tanto – Lotte e Resistenza nella Marsica”. Lo descrive così. “A Sante Marie un prete, sì un prete, con una ventina di ragazzotti ne combina di tutti i colori: assalta i posti di blocco, cattura tedeschi, li spoglia e li lascia sulla strada nudi come vermi. Si chiama don Beniamino Vitale, ma si fa chiamare “il Bardo”. Prosegue ancora Corbi nella sua narrazione: “…è uno che non sente ragione, non accetta ordini da nessuno…un anarcoide sospettoso e prepotente”. Allorquando Enea Liberati, in preparazione di un’azione di sabotaggio alle linee tedesche gli propose di unirsi alla pattuglia di partigiani, don Beniamino – così come scrive Bruno Corbi – rispose: “…sono un uccello libero e mi piace svolazzare e beccare come e quando voglio…sono il Bardo di Dio e del suo popolo, combatto i tedeschi perché sono pagani e voi siete come loro, ma ora mi fate comodo e poi farò i conti anche con voi”.
Prete della carità sì, ma anche un determinato e fiero difensore della libertà durante uno dei periodi più tragici dell’Italia.