L’AQUILA – L’inchiesta ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per i vertici della Holding Toto e Strada dei Parchi per frode in pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Tiranti non ritenuti dai tecnici in condizioni tali da costituire un immediato pericolo, mentre per la procura dell’Aquila, sul tratto dell’autostrada A24 di sua competenza, si sarebbe sfiorata una tragedia come quella del ponte Morandi di Genova.
Con il passare delle ore, e nonostante il riserbo ancora tenuto dagli inquirenti, emergono particolari sull’inchiesta della procura e dei carabinieri del comando provinciale dell’Aquila iniziata due mesi dopo la tragedia di Genova e che ha portato di recente ad avanzare la richiesta di rinvio a giudizio di quattro esponenti della Holding Toto e Strada dei Parchi detenuta dall’intero gruppo in relazione alle condizioni del tratto dell’A24 Roma-L’Aquila di competenza della procura aquilana.
Si tratta di Carlo Toto, patron della Holding, al momento con incarico di semplice consigliere; Cesare Ramadori, per Strada dei Parchi Spa, con lui il direttore generale di esercizio Igino Lai ed infine Gianfranco Rapposelli, nella veste di amministratore delegato della Infraengineering, altra società in house del Gruppo, specializzata in studi di architettura e ingegneria.
L’accusa ipotizza inadempienze contrattuali, una frode nelle pubbliche forniture e un attentato alla sicurezza dei trasporti. Nella voluminosa inchiesta è emerso come gli stessi tecnici della stessa Strada dei Parchi, nella redazione delle doverose relazioni periodiche, tendevano a minimizzare le effettive condizioni di degrado non ritenendo necessario alcun intervento preventivo.