SULMONA – “E’ fondamentale far conoscere quanto ancora sia pesante e preoccupante il fenomeno della violenza di genere e quanto sia importante la necessità di una cultura diversa e della consapevolezza da infondere soprattutto nei giovani. Dati alla mano, i numeri dei casi registrati quest’anno sono aumentati, soprattutto nei mesi di lockdown, raddoppiando del 50% rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti. Sono ancora molti quelli in cui le violenze non vengono denunciate. Eppure reagire è possibile: è infatti importante conoscere il lavoro che i centri antiviolenza e le associazioni specifiche fanno sul territorio, portando avanti campagne di prevenzione e sensibilizzazione di importanza fondamentale. L’amministrazione è sempre stata attenta a questo tema. In questo periodo di restrizioni, a causa della pandemia, in cui le iniziative che avevamo programmato, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, sono rinviate, abbiamo ritenuto importante dare voce al nostro territorio, che da anni lavora incessantemente a tutela delle donne e dei loro figli oggetto di violenza. Ringrazio la Horizon Service e La Diosa che da anni si occupano concretamente del fenomeno, con i Centri Antiviolenza e la Casa Rifugio. I numeri ancora ci dicono che non se ne parla ancora abbastanza, ma questa Giornata intende ricordare a tutti che gli abusi, di ogni tipo, rappresentano una violazione dei diritti umani, un ostacolo all’uguaglianza e alla formazione di una coscienza sociale, basata su rispetto e parità, che sono l’essenza di una società civile”.
E’ quanto ha affermato l’assessore Manuela Cozzi nella video-conferenza stampa di ieri mattina alla presenza del consigliere comunale Deborah D’Amico, del presidente della Horizon Service Gennarino Settevendemmie e della coordinatrice del centro antiviolenza Laura Di Nicola componente della medesima cooperativa sociale. “In questi anni è stata proficua e importante la collaborazione tra l’amministrazione, l’ associazione e la cooperativa, mi auguro si possa proseguire su questa strada al fine di tenere sempre accesi i riflettori su questo drammatico fenomeno”. Dichiara il consigliere D’Amico.
La Giornata del 25 novembre quest’anno deve arricchirsi di ulteriore significato.
I dati raccolti nei servizi gestiti dalla Horizon Service confermano quanto rilevato dalle statistiche nazionali e internazionali. Anche sul territorio abruzzese emerge la necessità di continuare ad implementare azioni mirate e integrate nel contrastare il fenomeno della violenza di genere e della violenza assista. “L’emergenza Covid-19 e il lockdown hanno dimostrato come le donne vittime di violenza e i loro figli sono le principali vittime dello sconvolgimento sociale ed economico creato dalla pandemia” spiegano i componenti della Horizon.
“Solo in Abruzzo le utenti che si sono rivolte al numero verde nazionale sono state 235, 100 in più rispetto all’anno precedente, mentre nella provincia dell’Aquila sono state 34, più del doppio rispetto all’anno precedente. I dati non tengono conto delle chiamate effettuate direttamente ai Centri Antiviolenza, tra cui il CAV “La Libellula” di Sulmona, gestito dalla Horizon dal 2005. Il centro, solo nel 2020, ha accolto 41 richieste di aiuto e informazioni sui servizi erogati ed ha preso in carico 36 donne, segno della necessità di rispondere a un bisogno sempre presente sul territorio. Durante il lockdown le operatrici hanno rimodulato le proprie attività svolgendo i colloqui in modalità online a distanza.
Contestualmente è proseguito il lavoro di accoglienza e protezione delle donne e dei minori presso la Casa Rifugio la Casa delle Donne: nel 2020 sono state accolte 8 donne e 10 minori, di cui 5 donne e 4 minore durante il lockdown. E’ stata attivata, inoltre, una struttura alternativa alla casa rifugio per l’accoglienza e la protezione delle donne vittime di violenza e dei loro figli, che, dallo scorso lockdown, ha ospitato 6 donne e 9 minori, provenienti da tutta la regione”.
“In aumento anche il numero di donne accolte (circa 10) quest’anno nel centro antiviolenza gestito da La Diosa, attivo da 5 anni, con età più giovane, compresa tra 20 e 30 anni, anche se la maggior parte sono nella fascia 41-50. Se negli anni precedenti le richieste erano per casi di violenza domestica che spesso avevano condotto a situazioni gravi, oggi la richiesta è aumentata anche per i problemi di stalking e per consulenze legali. Se da un lato questo dato definisce probabilmente una maggiore consapevolezza dall’altro dobbiamo purtroppo registrare che la violenza di genere è qualcosa che non ha età e che viene subita e agita anche dai più giovani. Questo è stato un anno molto particolare e sappiamo tutti che con il lockdown gli episodi di violenza si sono esacerbati, ma noi non abbiamo lasciato sole le donne” spiegano le componenti de La Diosa “svolgendo accoglienze telefoniche, abbiamo messo a disposizione un numero di wathsapp per le segnalazioni, e continuato a sensibilizzare con una campagna di immagini e messaggi su tutti i nostri siti e social raggiungendo circa 1000 donne”.