TAGLIACOZZO – Oltre l’assessore Roberto Giovagnorio, altro protagonista della politica tagliacozzana nella formazione delle liste è Maurizio Di Marco Testa, ex sindaco di Tagliacozzo e attualmente consigliere di opposizione.
Sotto una prospettiva meramente politica, l’alleanza tra Il Paese che Vorrei e Prospettiva Futura, segnerebbe una certa vittoria per Di Marco Testa, non essendosi presentate altre liste concorrenti: ad oggi, infatti, l’ex sindaco è l’unica figura che rappresenta (anche storicamente) il centro destra della città ad aver concluso un accordo politico e ad avere candidati del suo gruppo in corsa per le elezioni. Cosa che invece non è riuscita a Fdi e alla coordinatrice locale Benedetta Fasciani, nonostante i suoi continui dialoghi con le parti in causa. Di fatto, quindi, la destra locale si presenta divisa anche in questa tornata, dopo il fallimento di un anno fa ad Avezzano.
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Anche con lei, inizio in medias res, come e perché di questa alleanza?
Ci sono state diverse vicissitudini prima di arrivare a concretizzare questa alleanza. In primo luogo, io in persona, sono stato promotore della realizzazione di una grande coalizione civica che potesse rappresentare un’alternativa a Prospettiva Futura. Si pensava di esserci riusciti con Tagliacozzo Unita individuando a capo la figura del professor Franco Salvatori. Una figura di rilievo che poteva rappresentarci tutti. Gli incontri si sono moltiplicati, ma, come noto, il professore si è ritirato con tanto di dichiarazioni sulla stampa. Dopo questo ritiro, si è cercato di trovare un’altra figura, ma a pochi giorni dalla fine, vedevo che non si andava concretizzando nulla. Con Roberto Giovagnorio c’era già un rapporto amichevole che ci lega dai tempi della scuola. Ci siamo incontrati e in pochissimo tempo abbiamo trovato un accordo: abbiamo fornito due candidati organici alla squadra perché bisogna lavorare per il bene del paese. Giustamente, questa unione ha scosso gli equilibri politici locali, specie per coloro che vedevano me e Giovagnorio come antagonisti. In un incontro personale con il sindaco, abbiamo superato le nostre “beghe” personali. Gli interessi personali vengono dopo quelli della collettività e abbiamo deciso di mettere insieme le forze per il bene del paese.
Con Giovagnorio ci sono stati scontri anche tematici, come sull’Ospedale. Avete trovato oggi accordi su linee programmatiche? Ci siamo convenuti sulle linee programmatiche di Tagliacozzo: va posto in primo piano l’interesse della città. L’ospedale promuove l’interesse del malato e bisogna essere uniti per mantenere salvo e potenziare il nostro presidio. La città ha bisogno di un turismo a lungo termine, deve diventare una città green e bisogna riunirsi con un tavolo di esperti per ricevere i fondi del recovery Plan, fondi che detteranno il futuro dell’intera Italia.
Potrebbero nascere scontri per la giunta?
Io penso che questo sia l’ultimo dei problemi per noi. Oggi, il problema, per quanto riguarda il nostro gruppo almeno, è far capire il perché di questa alleanza. Il tempo è galantuomo, siamo state persone leali e affidabili. Sono sicuro che dopo lo sbigottimento iniziale il nostro elettorato riuscirà a capire. A noi interessa il fare, non servono spillette, ma capacità e volontà.
Perché non Maurizio all’interno della lista?
Ho sempre detto di mettermi a disposizione della comunità di Tagliacozzo, anche di fare passi indietro. Mi interessava creare una bella alternativa in questa città, come ho sempre dichiarato. Abbiamo concretizzato questa alleanza con Angelo Poggiogalle e Angelo Di Marco, persone che ci sono sempre state vicino anche nei momenti più difficili. Ho pensato fosse il momento giusto per valorizzarle, specie per Angelo di Marco, presidente dell’associazione Amici di Villa San Sebastiano, un uomo sempre pronto a fare del bene per la città. Non ho chiesto tre posti, perché voglio contribuire a Tagliacozzo.
Senza Di Marco Testa dall’altra parte, nessuna opposizione.
Una sola lista non fa bene alla città di Tagliacozzo. Ma questo non dobbiamo chiedercelo noi come singola lista. Questa domanda dovrebbero porsela chi nelle riunioni gridava con arroganza di avere una lista in tasca e poi quando è stato il momento, non si è stati in gradi di presentarla. Io non ho mai voluto fare il sindaco a tutti i costi. A pochi giorni dalla presentazione, mi hanno chiesto di guidare una compagine dopo che tutte le proposte erano cadute e io non faccio il tappabuchi a nessuno. Potete stare certi, però che se mi fossi trovato nella loro condizione, una lista l’avrei presentate.
C’è stato un interesse esterno per la formazione delle liste?
Per quello che so, mi sembra che il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, l’assessore regionale Guido Liris e il sindaco di Magliano, Pasqualino Di Cristofano si sono riuniti qui Tagliacozzo a pranzo in un noto locale della città per sponsorizzare l’alleanza della Donzelli con Giovagnorio si sono presentati a Tagliacozzo. In conclusione, mi sembra però che i loro accordi sono saltati. Non conosco personalmente i motivi del loro mancato accordo, ma noi siamo in lista e loro non l’hanno nemmeno presentata. Per quanto riguarda il sindaco di Sante Marie, Lorenzo Berardinetti non è mai intervenuto né ha mai partecipato ad una riunione. Se poi lavorava dietro le quinte, questo non lo so.
A livello politico, il risultato di questa alleanza ha reso evidente una netta spaccatura nel centro destra tagliacozzano, specie tra lei e la coordinatrice di Fdi, Benedetta Fasciani che non ha presentato alcuna lista.
Dobbiamo porci il perché. Benedetta Fasciani è una rappresentante di partito e bisogna riconoscerle il suo ruolo. Ma l’area di centro destra, vuoi o non vuoi, sono 25 anni che il nostro gruppo l’ha rappresentata. Ricordo quando a Tagliacozzo, nel 2013, organizzammo un incontro con l’allora sindaco di Roma Alemanno per parlare di un centro destra unito. Oggi, a 8 anni di distanza, il centro destra invece di dialogare, ha cercato di fare, forse, un’azione di forza creando una spaccatura in loco. Il dialogo è il sale della democrazia e se non si parte dalla base, non si può arrivare da nessuna parte. Io sono felice che forze giovani si inseriscono in politica, ma in questo caso i modi sono stati sbagliati. Non ci sono vincitori, ma solo un fatto: il centro destra non ha presentato nemmeno una lista. Vogliamo continuare una guerra o in prospettiva bisogna iniziare a dialogare? In regione e oltre la regione, dovrebbero iniziare a porsi questa domanda.
Sul raggiungimento del quorum?
Non ho paura, ma sono in pensiero. Ci rifletto spesso e ne parlo qui: io mi auguro che tutti i candidati, lasciassero perdere le alleanze della doppia preferenza, ma si concentrassero sui voti. Tutti sono dentro, se si raggiunge il quorum. In media, ci vogliono 180 voti a candidato. Oggi la doppia preferenza non è fondamentale, ma è preferibile la preferenza secca per condurre la gente a votare. Oggi è questo l’interesse principale.
Un augurio verso il futuro per la città di Tagliacozzo.
Più che un augurio, faccio un invito: capisco lo sbigottimento iniziale, ma abbiamo cinque anni davanti. Andiamo a votare, il voto è un diritto che i nostri avi si sono conquistati sulla pelle. Sono cinque anni caldi, abbiamo bisogno di progettualità. Mettiamoci insieme per i bene di Tagliacozzo. Questa è democrazia. Tra cinque anni ne riparliamo.