TAGLIACOZZO – Voglia di rivedersi, solidarietà e rispetto delle regole. In questo periodo ancora attanagliato dall’ombra della pandemia, 25 ragazzi, classe 1990, nella città di Tagliacozzo, si sono ritrovati insieme sabato sera per festeggiare i loro 30anni. Un’occasione, dopo tanto tempo di distanza, per ritrovarsi e condividere le emozioni del passato, i sogni del futuro e anche qualche preoccupazione sul presente.
Santa Messa nella SS. Annunziata con le parole di augurio del parroco Don Ennio Grossi che ha ricordato il recente scomparso Pietro, padre della coetanea Romina Malatesta. E poi riunione in comune, dove la presidente del Consiglio comunale, Alessia Rubeo, insieme ai consiglieri Ricci e Colizza, ha portato avanti il rito introdotto dal sindaco Vincenzo Giovagnorio con un augurio istituzionale per i giovani della città.
“Ai giovani che si sono presentati in Sala Consiliare e a tutti rappresenti della classe 1990, auguro ogni bene e un prospero Futuro”, scrive il Sindaco, “con l’auspicio che questo incontro abbia rinnovato lo spirito di pacifica e laboriosa convivenza nell’edificazione della Società Civile e del Bene Comune”.
Al termine, i ragazzi hanno consegnato un assegno di beneficenza all’emozionata Marisa Stati, presidente dell’Associazione Dopo Di Noi, che collabora con diverse e importanti iniziative sociali nella sede Anffas.
I 30enni di oggi di Tagliacozzo sono lo specchio reale di una società che è in continuo cambiamento, una società confusa, piena di dubbi, figlia del “lavoro”, nipote dei valori. C’è chi ha famiglia, chi forse vorrebbe averla, ma “al momento meglio di no”. Chi pensa non sia più così importante. C’è chi cerca lavoro, chi si dimena tra i contratti determinati, incerto del domani, chi ha un’attività e fa i conti con lo Stato.
A cavallo tra un’era in cui il digitale non esisteva, abbiamo il ricordo di una tenera età vissuta senza telefoni, quando alle feste era importante il gettone della sala giochi più che la storia di Instagram. Il ricordo in cui le relazioni e gli abbracci erano più concreti. E poi il tuffo immediato nella velocità della “vita in streaming”, il fittizio, la curiosità e nel contempo l’apertura di un mondo di possibilità.
Chissà, poi, se questo mondo freddo delle indeterminate possibilità e del sempre più “corretto politicamente” sia così migliore di quello dei nostri nonni, che sì, era più limitato, ma forse più caldo, più vero, più di cuore.
E con Penso Positivo di Jovanotti lo sguardo è sempre proiettato verso la costruzione del futuro di chi dovrà prendere le redini di un’Italia che è “in mano sempre agli stessi” da troppo tempo.