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5 ANNI FA LA TRAGEDIA DI RIGOPIANO: IL TERREMOTO, L’ALLARME, LA SLAVINA. 29 MORTI IN QUELLA NOTTE ORRIBILE

Il 18 gennaio 2017 la slavina sull'hotel. Le parole di Stefania Pezzopane: "Una ferita ancora aperta"

Redazione di Redazione
18 Gennaio 2022
in Cronaca
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L’AQUILA – Prima si arrese il gatto delle nevi, lasciando andare avanti le turbine dei pompieri, poi ad un certo punto la neve era cosi’ abbondante, la tormenta cosi’ violenta, le ramaglie, gli alberi divelti e le pietre sulla strada cosi’ tante, che fu possibile procedere solo a piedi. Ci vollero 20 ore perché l’intera macchina dei soccorsi raggiungesse Rigopiano e l’hotel sepolto dall’enorme slavina staccatasi il 18 gennaio 2017 dopo una serie di scosse di terremoto.

Per una notte intera uomini del Soccorso alpino, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri avanzarono tra pareti di neve e alcuni, ad certo punto, staccarono la colonna di mezzi per continuare a piedi e con gli sci.

LE SCOSSE DI TERREMOTO – Quel 18 gennaio 2017 la terra tremo’ per la prima volta alle 10.25: la scossa di terremoto, magnitudo 5.1, epicentro nell’aquilano, da’ il via a un serie infinita di altri sussulti, tre dei quali sopra magnitudo 5. Ad aggravare la situazione, la neve caduta abbondante in quei giorni: il mix si rivelera’ micidiale.

GLI OSPITI DELL’HOTEL – Nel pomeriggio gli ospiti dell’hotel Rigopiano, preoccupati per la forte nevicata, sono pronti per andare via, con i bagagli nella hall e attendono lo spazzaneve, il cui arrivo pero’ slitto’ alle 19. Troppo tardi.

L’ALLARME – Intorno alle 18 comincio’ a circolare l’allarme per un hotel completamente isolato nella frazione di Penne. A dare il primo alert l’sms arrivato da due clienti dell’albergo che erano riusciti a rifugiarsi all’esterno della struttura. E poco dopo le 19 si diffuse anche la notizia del disastro.

I SOCCORSI – I soccorritori dovevano raggiungere un’area, quella su cui sorgeva il resort, che si trova a 1.200 metri di altitudine. Alle 19 le avanguardie arrivarono in contrada Cupoli a 11 km da Rigopiano. Ma la neve raggiungeva gia’ i due metri e i telefoni non prendevano. Alle 22 la colonna dei mezzi imbocco’ l’ultimo tratto di strada: mancavano 9 km all’hotel ma l’ascesa dovette fermarsi. Era ormai mezzanotte quando quattro uomini del Soccorso alpino e della Guardia di Finanza decisero di procedere con gli sci con le pelli di foca: dopo quattro ore estenuanti, arrivarono all’hotel e salvarono i due superstiti che avevano lanciato l’allarme. Intorno alle 6.30, arrivarono gli elicotteri per portarli a valle e intanto inizio’ la ricerca dei dispersi. La prima vittima venne estratta alle 9.30. Solo a mezzogiorno la colonna dei mezzi dei soccorsi arrivo’ a poche centinaia di metri dall’albergo e dopo 20 ore, gli uomini dei soccorsi, fatto l’ultimo tratto a piedi, raggiunsero il luogo del disastro.

Per una settimana i soccorsi e le ricerche andarono avanti senza sosta, tenendo l’Italia con il fiato sospeso. I giornalisti arrivano a nove giorni dal disastro e a ricerche concluse: non c’è più nessuno dei 28 ospiti e dei 12 dipendenti da cercare: 29 sono morti, 11 i sopravvissuti.

“Rigopiano non è solo un ricordo ma una ferita che sanguina. Che riposino in pace le 29 vittime innocenti schiacciate sotto neve e macerie, divorate dalla crudeltà della valanga”, con queste parole l’onorevole Stefania Pezzopane ricorda la tragedia che solo qualche anno fa colpì Rigopiano. “Conoscevo ed amavo quel luogo, conoscevo Roberto, Marinella, li conoscevo, ed ora, con dolore, guardo le foto e i ricordi si affollano. Che le famiglie delle vittime possano trovare nello Stato accoglienza e giustizia. Giustizia. Sì perché non doveva accadere, non doveva andare così. Ricordo ogni istante di quella giornata di terremoto, neve, paura e morte”. Conclude, “Ricordo che c’era bisogno di tutto e che ogni sforzo è stato insufficiente. L’Alto Aterno crollava un’altra volta dopo il disastro del 2009, e dal teramano e da ogni parte d’Abruzzo si chiedeva aiuto. Mentre all’Hotel Rigopiano si moriva nella disperazione. Una giornata buia, una sconfitta dello Stato. Lo Stato deve riscattarsi. Con la tutela del territorio, la prevenzione del danno, una nuova capacità di intervento rapido in emergenza. Non deve accadere mai più. Mai più Rigopiano”.
Redazione

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