CELANO – La conservazione e la tutela del patrimonio immobiliare comunale è uno dei punti fermi dell’attuale Amministrazione comunale. Nell’ambito delle politiche di acquisizione e delle successive riqualificazioni l’Amministrazione Santilli, infatti, ha deliberato di procedere all’acquisto dell’immobile situato in via del Castello, meglio conosciuto come edificio Don Minozzi. Di recente l’Amministrazione comunale ha raggiunto un accordo con l’Opera Nazionale del Mezzogiorno d’Italia, ancora proprietaria di una porzione situata al primo piano dell’edificio, che ha espresso parere favorevole alla vendita dell’immobile, accettando di fatto la stima contenuta nella perizia giurata già commissionata dalla stessa Amministrazione.
“L’acquisizione dell’edificio don Minozzi – dice Cinzia Contestabile, Assessore al Bilancio – è una delle operazioni più importanti, ascritte in bilancio per un valore complessivo di poco superiore ai 78 mila euro, per quanto concerne il recupero e la riqualificazione del patrimonio immobiliare comunale. Con l’adozione della delibera in Consiglio comunale i competenti uffici comunali sono stati autorizzati ad adottare gli atti necessari per procedere all’acquisto. Vorrei solo aggiungere che già nella passata Amministrazione si erano gettate le basi per raggiungere tale risultato”.
L’edificio don Minozzi, quindi, presto tornerà nella piena funzionalità e disponibilità per la collettività celanese. Una promessa e un impegno mantenuto da parte dell’Amministrazione Santilli per riportare in auge un edificio storico della nostra Città. Ricordiamo, infatti, che per lungo tempo è stato un punto di riferimento per tanti cittadini. Negli anni addietro ha ospitato nei piani inferiori l’asilo. È stata poi la volta della sede distaccata della facoltà di Ingegneria gestionale dell’Università dell’Aquila e, infine, nel piano superiore hanno trovato spazio anche alcuni importanti settori degli uffici comunali.
Ora la vera sfida per l’amministrazione sarà quella di avere la lungimiranza e la visione nella ristrutturazione globale di un palazzo storico della città prospiciente il Castello Piccolomini, ovvero farne un palazzo a vocazione culturale, oppure ad uso per uffici pubblici oppure come nel passato da destinare all’istruzione.