L’AQUILA – “Sul tema sanità la Regione Abruzzo governata Marsilio non ha pace”, queste le dichiarazioni di Francesco Piacente, Segretario provinciale del Partito democratico dell’Aquila – ne abbiamo viste di tutti i colori in questi anni, ma la polemica che sta tenendo banco negli ultimi giorni presenta elementi di inarrivabile confusione. Mi riferisco al taglio dei fondi operato dalla Giunta regionale con la delibera 69 del 2022 a discapito dell’ospedale di Sulmona per circa trenta milioni, nell’ambito dei programmi di edilizia sanitaria per la nostra provincia.
Questa vicenda scopre il bluff di Marsilio e della sua Giunta che, dopo ben mille giorni di governo, senza alcun atto di programmazione sanitaria, alla prima occasione licenzia una delibera che, invece di dare ai territori, toglie senza criterio. Va ricordato che il centrosinistra, al contrario, cona la delibera 197 del 2017 aveva garantito 143 milioni all’edilizia sanitaria, soldi veri oggetto di trasferimenti per cassa a disposizione della sanità regionale: un’operazione virtuosa che, oggi, Marsilio vanifica, con il rischio di alimentare inutili conflitti tra territori della nostra provincia.
E proprio in questo risiede il massimo della confusione generata dalle determinazioni della Giunta regionale: bisogna precisare che il danno non è solo per Sulmona, che subisce il taglio, ma anche per Avezzano, Lanciano e Vasto che di quei fondi rischiano concretamente di non poter usufruire a causa della bocciatura della rete ospedaliera da parte del Ministero della Sanità. Senza rete ospedaliera, infatti, nessun ospedale sarà mai realizzato. Ed è così che il governo regionale mette in campo, tra tagli lineari e bocciatura ministeriale del piano, una confusione mai vista prima.
Ringraziamo il nostro gruppo regionale, impegnato con forza per rivedere la delibera n. 69, e chiediamo a tutti i consiglieri regionali di questa provincia di anteporre gli interessi del territorio alle logiche di parte per porre rimedio ad una situazione paradossale, in cui si arriva a danneggiare tutti, sia coloro che subiscono il danno del taglio di trenta milioni, sia coloro che dovrebbero riceverne la dotazione ma non possono utilizzarli per la bocciatura della rete ospedaliera. Davvero un pasticcio sesquipedale!”