«Esprimo la più grande soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla legge regionale n. 29/2020, che ha messo, tra l’altro, finalmente la parola fine su una questione che ha tenuto con il fiato sospeso tante famiglie abruzzesi e in particolare della nostra Provincia. Sto parlando delle cosiddette “casette” (come sono ormai chiamate da tutti): quelle strutture e quei manufatti costruiti a seguito del sisma 2009». Queste le parole di Roberto Santangelo, vicepresidente del Consiglio regionale alla lettura della Sentenza n. 92/2022 del 12 aprile 2022.
«In particolare l’articolo 23, comma 1, con le modifiche apportate, non presenta – secondo la Suprema Corte – alcun vizio di illegittimità costituzionale. Non si tratta di “sanare” ma di “stabilizzare” manufatti “legittimamente realizzati” infatti la legge regionale esclude espressamente quegli edifici che non presentano il titolo abitativo o costruite in totale difformità o con variazioni rispetto allo stesso. Sono esclusi, altresì, gli edifici nei centri storici o nei nuclei antichi o quei manufatti che ricadono in aree vincolate o sottoposte a tutela dal punto di vista ambientale, idrogeologico o paesaggistico. Pertanto, ai Comuni abruzzesi viene attribuita la “facoltà” di consentire una deroga al limite di dimensionamento dei piani con la finalità di “agevolazione” e di limitare il consumo del suolo a fini edificatori. La legge regionale in oggetto non permette di realizzare nuovi insediamenti ma riconosce “uno stato di fatto ormai consolidato nel tempo”».
«Un sentito ringraziamento all’Avvocatura regionale e la Direzione Legislativa e affari istituzionali del Consiglio regionale per il puntuale lavoro svolto a sostegno della norma che ha permesso di superare i rilievi mossi dal Governo alla Regione Abruzzo».
«Gli abruzzesi che tenacemente hanno continuato a vivere nei territori profondamente feriti dal sisma evitando di trasferirsi grazie, anche, alla possibilità di vivere con le loro famiglie nelle “casette”, non confortevoli come le loro abitazioni originarie nelle quali presumibilmente non potranno rientrare, sono finalmente state legittimate e rappresentano la certezza di avere un luogo dove poter continuare a sperare in un domani», ha concluso Santangelo.