SULMONA – La proroga dal 30 giugno al 31 dicembre dell’aumento dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25 è una boccata d’ossigeno per i cittadini, ma non è certamente la soluzione che ci aspettavamo. Il dossier Strada dei Parchi è sui tavoli ministeriali da molto tempo. Il Pef è scaduto nel 2013 e se 9 anni non sono bastati, mi chiedo se ulteriori 6 mesi potranno essere sufficienti a sciogliere i nodi di questa annosa questione.
“Sicuramente serve una accelerazione. Lo stiamo chiedendo da tempo a gran voce. Per quanto mi riguarda, prima dell’informativa di oggi alla Camera del Ministro Giovannini, ho depositato una interrogazione a metà marzo e successivamente, dando voce ai Sindaci dei Comuni interessati dalle autostrade A24 e A25 incontrati di nuovo oggi in Parlamento, ho coordinando una lettera rivolta al Governo e firmata da oltre 40 parlamentari di tutte le forze politiche. In entrambi i casi, chiedevo di prendere in considerazione il dossier A24 e A25 nella sua interezza. Credo che, al punto in cui siamo arrivati, poco importa se il Governo intenda giungere a una revisione del piano con la società concessionaria o se intenda rescindere il contratto di gestione. Ciò che importa è che prenda una soluzione chiara e definitiva, possibilmente la meno onerosa per i cittadini, e che la comunichi a tutti”, così Gabriella Di Girolamo, Senatrice M5S.
“Le nostre proposte sulle autostrade A24 e A25 sono chiare e ineludibili: bloccare gli aumenti delle tariffe; semplificare la messa in sicurezza; convocare un tavolo al ministero delle Infrastrutture per trovare una soluzione definitiva. Occorre avere uno sguardo particolare per L’Aquila che ha con Roma un rapporto speciale. Da questo punto di vista, siamo soddisfatti degli impegni assunti dal ministro Giovannini sul blocco degli aumenti delle tariffe fino al 31 dicembre di quest’anno e sui lavori di messa in sicurezza dei tratti autostradali. Seguo ormai da anni questa vicenda e a Giovannini chiediamo un ulteriore cambio di passo che dia certezze per il futuro. Ancora questa mattina con i sindaci di Abruzzo e Lazio abbiamo incontrato numerosi colleghi della maggioranza, la presidente del Gruppo Pd alla Camera, Serracchiani, e i deputati dem, Morassut e Casu. La madre di tutte le battaglie è far uscire L’Aquila, l’Abruzzo e le aree interne da un tragico isolamento. Siamo preoccupati perché da 9 anni non si approva il Pef e nemmeno il commissario nominato dal Consiglio di Stato, Fiorentino, è stato in grado di farlo. Se fosse vero che la bozza da lui predisposta con i 5 miliardi di intervento pubblico produrrebbe un aumento del 35% l’anno delle tariffe, diciamo subito che quella proposta è irricevibile. E il Cipess di domani è un passaggio importante. Le tariffe vanno bloccate, come avvenuto nei decreti Sisma e Infrastrutture, e con i ministri Lupi, Delrio e De Micheli; ma non basta, ora va fatto per un tempo utile ad affrontare le decisioni di fondo. L’azione di ipotetica rescissione del contratto con il gestore che scenari apre? Chi si farà carico di corrispondere l’eventuale penale di oltre 2 miliardi? È questa la strada? Certo è che va deciso il meglio per la nostra comunità e i costi così onerosi non possono ricadere sui cittadini. La messa in sicurezza è urgente, ma se un’infrastruttura è ritenuta importante, vanno adottati tutti i poteri per accelerare davvero. La situazione ha oggi dell’incredibile, ci sono tratti che si percorrono a 30 all’ora. Sono autostrade strategiche per il Sistema di Protezione civile e va data una svolta in tutti i sensi. Sicurezza dell’infrastruttura e minori costi”. Così si è espressa Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Se la sacrosanta bocciatura di questo Pef irricevibile sgombra il campo da un incubo che aveva già sollevato fortissime proteste nel territorio, resta fortissima la preoccupazione per quello che si annuncia un micidiale conflitto giudiziario e amministrativo tra lo Stato e la concessionaria. Un conflitto che può provocare danni gravissimi all’Abruzzo, mettendo in grave difficoltà sia il commissario Corsini per la messa in sicurezza sismica sia il commissario Gisonni per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. Il Governo sta infatti imboccando la strada della risoluzione della concessione, addebitando ‘gravi inadempienze’ a Strada dei Parchi, che al momento devono ovviamente essere dimostrate. Facile prevedere che SdP si difenderà con le unghie e con i denti, come ha sempre fatto – spesso con successo – in diversi gradi di giudizio. C’è la concreta possibilità che questo contenzioso finisca con un esborso molto pesante da parte dello Stato verso le casse della concessionaria. Se pensiamo che nemmeno la concessionaria responsabile del crollo del ponte Morandi a Genova è stata liquidata a zero euro, non è difficile pronosticare che la pretesa di Strada dei Parchi di essere liquidata onerosamente (ad oggi quantificata in 2,5 miliardi) possa – alla fine – trovare almeno parziale accoglimento. Francamente, piuttosto che dare 1 o 2 miliardi in contanti alla concessionaria privata, preferirei che simili cifre venissero spese per completare la messa in sicurezza dell’autostrada o per finanziare un lotto ulteriore della ferrovia Roma-Pescara. In conclusione, va bene respingere questo Pef e prorogare il blocco dei pedaggi di altri 6 mesi, ma il Governo garantisca la sicurezza e la sostenibilità delle autostrade abruzzesi con una soluzione definitiva”, è intervenuto anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Antonio Zennaro, Lega: “Siamo soddisfatti che oggi il Ministro abbia detto che ci sarà il blocco delle tariffe fino alla fine del 2022. Con l’inflazione che cresce, l’aumento dei carburanti, del costo delle materie prime e delle bollette energetiche, un ulteriore incremento dei pedaggi sarebbe stato insostenibile. I continui cantieri e le restrizioni delle carreggiate fanno lievitare i tempi di percorrenza andando a incidere sulla competitività delle nostre aziende, oltre che sulla vita e sulle finanze dei pendolari che ogni giorno utilizzano l’A24-25 per lavorare, che ricordiamo essere l’autostrada più cara d’Italia.” – così è intervenuto l’On. Zennaro – “La presenza del Ministro alla Camera certifica l’importanza e la complessità della tematica, che parte da lontano e che si ripropone di anno in anno e di mese in mese, ed è stata trattata più volte in questa legislatura, mettendo una fortissima attenzione sul territorio abruzzese. Parliamo di un’infrastruttura fondamentale che si è rivelata strategica anche nella gestione delle attività di intervento e soccorso durante i due terremoti che hanno colpito tragicamente l’Abruzzo. Come parlamentari della Lega eletti in Abruzzo, chiediamo che ci sia la massima attenzione su questa tematica, che si lavori per accelerare gli investimenti affinchè questa infrastruttura strategica possa essere in linea con i normali standard europei e che si faccia il possibile, in prospettiva, per arrivare anche a una diminuzione delle tariffe autostradali”.
“Dovremmo forse rifinanziare Toto per un’autostrada che era dello Stato, che non si ripagherà mai? Forse sarebbe ora che torni ad essere parte dello Stato, che sia onere dello Stato manutenerla, che sia un bene finalmente pubblico e non più un bene privatizzato. Noi di Alternativa vogliamo che tutti i monopoli naturali, che tutte le autostrade siano un bene pubblico perché devono appartenere ai cittadini e non a pochi privilegiati della politica”. Lo afferma in aula il deputato abruzzese Andrea Colletti (Alternativa) a proposito dell’aumento dei pedaggi delle autostrade A24 e A25 che collegano il Lazio all’Abruzzo. “A due anni dall’ultimo, arriva sul tavolo questo Piano economico finanziario (Pef), in cui qualche folle vorrebbe aumentare addirittura del 375%, entro il 2030, le tariffe autostradali. Oggi abbiamo sentito dire da tutti come questo Pef sia irricevibile. Stiamo andando avanti ogni sei mesi, procrastinando il problema, parlando sempre dello stesso problema senza trovare una soluzione. Noi di Alternativa siamo contro la privatizzazione dei monopoli naturali. Non possiamo fare il bis di una vicenda vergognosa, cioè quella del rifinanziamento dei Benetton con oltre 8 miliardi di euro dopo quello che è successo a Genova. Abbiamo sentito le parole di un burocrate e non di un ministro. Per capire le problematiche di oggi dovremmo conoscere quello che è successo nel passato. Parliamo di un’autostrada che, come le altre autostrade, era dello Stato e che per far guadagnare i privati è stata privatizzata e data in gestione agli amici della politica del tempo, nel periodo d’oro delle privatizzazioni”, conclude.