“Stasera rassegno le dimissioni”. Il premier Mario Draghi lo ha annunciato in Consiglio dei ministri. Prima un’ora di colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Quirinale.
In Aula a Palazzo Madama è andata come annunciato ieri da Giuseppe Conte: il M5S compatto non ha partecipato al voto. Tutti assenti. Il Senato ha comunque confermato la fiducia all’esecutivo con 172 sì e 39 contrari. Beppe Grillo sostiene il leader 5S, che intanto commenta: “O si hanno risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti”.
In mattinata, il tentativo di allontanare la crisi del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà è durato poco: la proposta di evitare la fiducia sul provvedimento non ha convinto Palazzo Chigi. Il premier aveva indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul provvedimento.
Al Nazareno sono ore difficili, la linea di Enrico Letta non è cambiata: o va avanti Draghi con la stessa maggioranza o si torna al voto. Si prende in considera anche la verifica per capire se questa maggioranza esiste ancora.L’aveva chiesta giorni fa anche Silvio Berlusconi. Che ora però riferisce: “Andare alle urne non ci preoccupa”.
La Lega – che a caldo aveva invocato il voto – dopo aver valutato la verifica, fa sapere di essere “al lavoro per una scelta unitaria del centrodestra” aggiungendo che “piuttosto che perdere mesi con inutili tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani”. Luigi Di Maio è un fiume in piena: “I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi”. E Matteo Renzi dall’Aula lancia un appello a Draghi: “Il governo deve andare avanti, continui a fare premier: serve all’Italia”.