I saldi invernali 2023 iniziano domani 2 gennaio in Sicilia e Basilicata. Il 3 gennaio si parte anche in Valle d’Aosta, mentre giovedì 5 in tutte le altre regioni, compreso l’Abruzzo. Secondo le stime dell’Ufficio studi Confcommercio, saranno 15,4 milioni le famiglie che si dedicheranno allo shopping scontato e ogni persona spenderà circa 133 euro, per un giro di affari di 4,7 miliardi di euro (304 euro a famiglia).
Le prime a partire, appunto, sono Sicilia e Basilicata che fanno iniziare i saldi il 2 gennaio. In Sicilia finiranno il 15 marzo, in Basilicata il 2 marzo. Il 3 gennaio sarà la volta della Valle d’Aosta, dove il periodo degli sconti è prolungato fino al 31 marzo. Il 5 gennaio partiranno anche in tutte le altre regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. In provincia di Trento non è prevista una data di inizio dei saldi, che possono essere organizzati liberamente dagli esercenti. Nella zona di Bolzano dipenderà invece dal distretto.
Confcommercio indica 5 principi base per il corretto acquisto degli articoli in saldo a proposito di: cambio, prova dei capi, pagamenti, prodotti e indicazione del prezzo.
La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Non c’è obbligo di far provare i capi. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Per quel che riguarda il pagamento le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo, spiega l’associazione. Inoltre il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.