Strada dei Parchi accoglie con favore il Decreto Interministeriale a firma del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, approvato il 7 luglio, con cui si riconosce una prima tranche dell’indennizzo, pari a 1,2 miliardi di euro, dovuto a seguito dell’ingiusta revoca della concessione per la gestione delle autostrade A24/A25, decisa un anno fa dal Governo Draghi.
Il provvedimento – per quanto contestabile, dato che non considera le poste figurative (investimenti non rimborsati e blocco tariffe) pari a circa 1,1 miliardi – determina infatti una somma sufficiente per fare fronte al pagamento delle somme che ai sensi della proposta di concordato si prevede siano pagate per cassa ai creditori. Il Decreto interministeriale prevede che circa 830 milioni saranno destinati ad azzerare il debito verso ANAS (in effetti l’importo corretto è 720 milioni, in quanto dovranno essere detratte le rate 2017 e 2018 di pagamento del prezzo di concessione, posticipate per legge e per le quali non si sono verificate le condizioni per il pagamento). Mentre la restante parte del risarcimento determinato dal Decreto, circa 480 milioni, verrà impiegata dalla Società per rispettare gli impegni del concordato preventivo presentato ad aprile, saldando al 100% i fornitori e rientrando completamente dall’esposizione bancaria. Con ciò SdP potrà uscire in bonis dal concordato, reso necessario dal fatto che il decreto espropriativo l’aveva privata di qualsiasi forma di ricavo.
La decisione, formalizzata davanti al Tribunale di Roma presso il quale SdP aveva fatto ricorso, rappresenta un primo passo verso il completo ripristino della verità: il corretto operato della società del Gruppo Toto nella gestione di A24/A25 e il pieno adempimento degli obblighi contrattuali. Nelle ultime settimane, come noto, i tribunali de L’Aquila e di Teramo hanno pronunciato sentenze di assoluzione nei confronti dei vertici di SdP, perché il fatto non sussiste, in merito alle inchieste sulle presunte mancate manutenzioni dei viadotti delle due tratte autostradali. Capi di accusa che sono risultati infondati e su cui l’esecutivo Draghi aveva incentrato la revoca della concessione.
Resta dunque impregiudicato il diritto per SdP di agire per ottenere il pagamento delle maggiori somme previste nel piano a titolo di indennizzo, per l’ammontare complessivo di 2,3 miliardi, valutazione validata dai commissari che hanno curato la relazione del concordato preventivo.
Per questo si esprime soddisfazione nell’apprendere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con lettera del 24 luglio, ha avviato la verifica con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Presidenza del Consiglio, per una soluzione transattiva e definitiva di una vicenda che ha causato ingiustamente danni materiali e morali di enorme portata. In quella sede SdP auspica si arrivi ad adottare soluzioni sostenibili per tutti, ma partendo dalla doverosa e ineludibile rimozione dell’ingiusto provvedimento di revoca in danno della concessione, che tra l’altro attende il giudizio della Corte Costituzionale circa i suoi evidenti profili di incostituzionalità.