AVEZZANO – “C’è una voglia pazzesca di battere il Chieti per i nostri tifosi che a Riccione cantavano per incoraggiarci mentre eravamo sotto di un gol: è stata una forte scossa emotiva”. Franco Bolò, argentino di sangue caliente, è dentro con testa e nervi nel derby marso-teatino di domenica prossima allo stadio dei Marsi. Vibra di desiderio agonistico dal profondo del suo temperamento sudamericano.
“E’ giunta l’ora della prima vittoria interna”, dice Bolò,“ dobbiamo dimostrare anche in casa ciò che valiamo. A livello individuale non sono soddisfatto del mio rendimento; finora non ho dato quel che volevo per problemi fisici ma ora sto bene, sono pronto a fare il massimo. I nostri eccezionali tifosi meritano la gioia della vittoria, fanno grandi sacrifici e percorrono centinaia di chilometri per esserci vicini, come nell’ultima trasferta”
Bolò, repertorio ricco di fantasia, secondo Dna sudamericano, è capace di saltare l’uomo e fare superiorità numerica. Il suo pezzo forte, giocando a destra dell’attacco, è il movimento con cui si accentra e che talvolta genera ‘perle’ come quella, esemplare, contro il Sora, in coppa Italia, con cui smarcò Roberti per il secondo gol. Una fattispecie di gioco che si è ripetuta, in modo simile, a Vastogirardi quando l’argentino segnò il quarto dei cinque gol biancoverdi. “Le azioni individuali sono importanti”, dichiara Bolò, “ma non bastano, servono manovre collettive e altri fattori per arrivare a meta. Noi abbiamo un attacco forte che è in grado di perforare la difesa del Chieti. Nel calcio però, oltre ai meriti, sono spesso decisivi gli episodi”