“Su viale Marconi anche il Consiglio di Stato vuole vederci chiaro e per questo ha chiesto pochi giorni fa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di fornire una relazione per chiarire punto per punto tutte le questioni sollevate dai ricorrenti, cioè commercianti, residenti, associazioni e comitati cittadini, e rimaste fino ad oggi irrisolte o comunque non adeguatamente chiarite”. Lo afferma il candidato sindaco di Pescara per il centrosinistra, Carlo Costantini, sottolineando che “non è il più il tempo di continuare a mettere polvere sotto un tappeto che ormai non riesce più a contenerla” e invitando il primo cittadino ad “ammettere di avere sbagliato”.
“In questo contesto – osserva Costantini – la decisione del sindaco di riportare l’attuale viale Marconi nelle condizioni in cui era prima non può che essere ricollegata al timore di prendere una batosta dal Consiglio di Stato. Una batosta che potrebbe aprire la strada ad azioni risarcitorie da parte di tutti i commercianti che in questi anni hanno dovuto chiudere le loro attività o che si sono visti ridurre in modo drastico i fatturati, grazie al ‘boulevard parigino’ che Masci ha voluto pervicacemente realizzare su viale Marconi, modificando di propria iniziativa il progetto del centrosinistra datato 2019 ed assumendo, quindi, sulla sua persona tutte le connesse responsabilità”.
“Peraltro, la pervicace determinazione nell’avanzare in direzione sud con la Filovia, proprio nel momento in cui lo stesso sindaco pare avere annunciato la decisione di togliere una delle due corsie riservate su viale Marconi e di impedire in tal modo il transito della Filovia nel doppio senso di marcia – va avanti Costantini – rende ancora più evidente la natura estemporanea e strumentale dei ripensamenti degli ultimi giorni”.
“Meritevoli di particolare attenzione – prosegue il candidato sindaco – sono anche due punti sui quali il Consiglio di Stato si è soffermato. Il Consiglio di Stato vuole sapere se è vero o non è vero che la previsione della quarta corsia fosse già contenuta nel progetto originario; aspetto che sappiamo già non essere vero. E vuole, inoltre, sapere se è vero o non è vero quanto riferito nelle sue relazioni dal Direttore dei lavori e dal Responsabile del procedimento, circa la variante poi approvata. Una richiesta, quest’ultima, che rende ancora più evidente l’urgenza di istituire la commissione di indagine richiesta dai consiglieri di opposizione, ad evitare che sia il Consiglio di Stato ad accertare fatti sui quali sarebbe bene che si esprimesse prima il Consiglio comunale, con una propria relazione”.
“Non è il più il tempo di continuare a mettere polvere sotto un tappeto che ormai non riesce più a contenerla. Sarebbe molto più responsabile per il sindaco ammettere di avere sbagliato e consentire all’istituenda commissione di indagine di fare il suo lavoro e di presentare rapidamente la sua relazione al Consiglio comunale”, conclude Carlo Costantini.