Le notti tranquille del centro storico sembrano ormai un ricordo. Tra urla, spintoni e aggressioni, la cronaca torna a raccontare episodi di violenza che scuotono le città di Sulmona e L’Aquila, sempre più spesso teatro di risse e tensioni tra giovani.
A Sulmona, poco dopo l’una e mezza della scorsa notte, via Roma e via Dei Sangro si sono trasformate in un campo di battaglia. Otto ragazzi, tra i 20 e i 30 anni — alcuni residenti in città, altri provenienti da Torre de Passeri — si sono affrontati a calci e pugni per motivi ancora futili. Sale la preoccupazione per una violenza giovanile che sembra ormai senza controllo.
Uno dei testimoni ha riferito che, nel corso della rissa, sarebbe stato usato persino un accendino per tentare di dare fuoco al cappotto di un ragazzo: un gesto che testimonia la follia di certe notti. Le indagini sono ora nelle mani della Procura della Repubblica di Sulmona, che ha aperto un fascicolo e denunciato a piede libero gli otto partecipanti.
L’episodio riaccende le polemiche sul tema della sicurezza nel centro storico, già teatro di episodi simili negli ultimi mesi. A maggio, una rissa a colpi di cinghia aveva mandato un giovane in ospedale in gravi condizioni, lo stesso ragazzo già accoltellato e derubato l’anno precedente. Una sequenza di violenze che ha trasformato il cuore di Sulmona in un territorio ad alto rischio.
Anche L’Aquila non è da meno. In piazza Santa Maria Paganica, luogo simbolo della movida giovanile, una nuova rissa ha interrotto la quiete di sabato sera. Le indagini della Polizia di Stato, con il supporto dei carabinieri, indicano che lo scontro sarebbe nato da una lite tra ragazzi di origini diverse — alcuni magrebini e un giovane albanese — degenerata rapidamente in un pestaggio.
L’episodio conferma la crescente tensione nelle piazze e nei vicoli del centro storico, dove la convivenza tra vita notturna e ordine pubblico diventa sempre più difficile. Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale di opposizione Enrico Verini, che ha richiamato l’attenzione del Comune sull’urgenza di aderire al programma “Strade Sicure”, progetto che prevede la presenza di militari per il controllo delle aree più delicate.
I fatti di Sulmona e L’Aquila raccontano una realtà ormai sotto gli occhi di tutti: la violenza tra i giovani è in costante aumento, e le piazze dei centri storici diventano sempre più spesso palcoscenico di episodi drammatici.
La questione non riguarda soltanto la cronaca locale, ma rappresenta un campanello d’allarme nazionale. Lo Stato, guidato da Giorgia Meloni, non è ancora riuscito a mettere un argine a questa escalation di criminalità diffusa, che coinvolge anche cittadini stranieri e si manifesta con particolare forza nelle aree interne del Paese, dove la carenza di personale delle forze dell’ordine è ormai cronica. Tante promesse ma zero fatti ancora sul tema sicurezza e immigrazione clandestina.
In molte realtà, i presidi di polizia sono ridotti all’osso, i controlli si fanno sempre più difficili e le istituzioni locali faticano a rispondere a un fenomeno che cresce di settimana in settimana. Se non si interverrà con misure strutturali, il rischio è che questa spirale di violenza arrivi a un punto di non ritorno, mettendo definitivamente a rischio la sicurezza e la vivibilità delle nostre città.



