AVEZZANO – Il guaio è che ormai, qualunque cosa si dica, si speri, si prometta o si giuri — specie nei momenti di massima tensione — ricordano a chi c’era, quella battuta che scappò a Matteo Renzi il 21 ottobre 2017, sul palco della festa del Foglio a Firenze. Quando Claudio Cerasa, parlando delle elezioni del 2018 e dei suoi rapporti con Gentiloni, gli suggerì ironicamente di dire agli italiani di “stare sereni”. Il resto, come si sa, è storia.
E qualcosa di molto simile, ieri sera su Abruzzoweb, è sembrato di rivederlo in salsa abruzzese. A ora di cena, o giù di lì, è andata in scena l’ennesima puntata della saga tutta interna a Fratelli d’Italia: Mario Quaglieri, in un’intervista al giornale online, ha rilasciato dichiarazioni che suonano come un “stai sereno” rivolto al partito — o meglio, al suo collega e ormai “inseparabile alleato Massimo Verrecchia” da come è emerso nell’articolo.
“Un’amicizia” nata dopo settimane di scontri interni, pacificata (almeno in apparenza), e che oggi sembra diventata quasi simbiotica. Forse anche troppo.
Il titolo è già uno spettacolo: “Di Pangrazio un amico, ma sto con FdI e Cesareo” – titola Abruzzoweb. E in effetti, già così, l’effetto “wow” è assicurato. L’occhio è catturato, il messaggio arriva, e la testata aquilana — bisogna riconoscerlo — sa come costruire una notizia politica che fa discutere.
Dentro, però, leggendo le parole di Quaglieri, si trova molto di più (e molto di meno) di quanto il titolo lasci intendere. L’assessore regionale dice:
“Ho tantissimi amici, Gianni Di Pangrazio è uno di loro. Ma sono al tempo stesso un assessore di Fratelli d’Italia, il più votato in Regione, che fa parte del primo partito a livello nazionale. Cesareo è persona di altissimo profilo che ha ricoperto importanti e nodali ruoli sul nostro territorio, ha indubbiamente la mia stima ed il mio apprezzamento.”
E ancora, sul presunto dualismo con Verrecchia, aggiunge:
“Un assessore e un capogruppo, ventimila voti in due. Capisco che in tanti abbiano il desiderio di vederci disuniti, anche perché sapete quanti consiglieri di minoranza servono per arrivare a ventimila voti? Fate voi il conto!”
Insomma, un messaggio di compattezza, condito da una punta di sarcasmo, che però suona più come difesa che come reale prova di unità.
L’amicizia (scomoda) con Di Pangrazio e arriva il passaggio più interessante: il rapporto con il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio.
“Se essere amico dell’attuale sindaco di Avezzano significa avere colpe, allora me ne assumo la responsabilità. Da quando sono in Regione, ancor più da quando sono assessore, ho potuto dimostrare concretamente la vicinanza al mio territorio, la Marsica, formata da tanti Comuni guidati da primi cittadini amici, appartenenti non solo al centrodestra.”
Difficile non leggere tra le righe. Perché, al di là delle parole di facciata, il legame tra Quaglieri e Di Pangrazio è noto da tempo. E, di fatto, il peso politico del sindaco e della sua rete di consiglieri ha contribuito non poco all’elezione di Quaglieri come primo eletto ad Avezzano e al successo di Marsilio in Regione. Insomma, una mano lava l’altra — e la Marsica resta al centro degli equilibri.
Cesareo candidato unitario? Forse, ma sul fronte elezioni, Quaglieri prova a spianare la strada alla candidatura di Alessio Cesareo:
“Credo che l’espressione del candidato a sindaco di centrodestra non spetti ad un partito o all’altro, ma all’intera coalizione. È errato dire che Cesareo sia solo una espressione di FdI.”
Una formula diplomatica, certo, ma che non scioglie i nodi. Perché la realtà politica — quella vera — dice che una parte consistente del centrodestra in Marsica è tutt’altro che unita. E che dietro i sorrisi e gli “stai sereno” di rito, le tensioni restano tutte sul tavolo. In conclusione: “stai sereno”, ma fino a un certo punto.
Ci sono ancora otto mesi alle elezioni comunali, e di colpi di scena ne vedremo molti altri. Per ora, resta la sensazione che parte del centrodestra marsicano continui a dividersi sulle stesse persone e sugli stessi schemi di sempre.
E che, al netto dei sorrisi e dei proclami di unità, il messaggio di Quaglieri suoni più come un avvertimento che come una promessa: “stai sereno, ma solo finché mi conviene”.



