AVEZZANO – È stata una riunione ad alta tensione quella di ieri tra i rappresentanti del centrodestra marsicano a Pescara, convocati per fare il punto in vista delle elezioni comunali del 2026. Doveva essere il vertice della chiarezza, ma si è trasformato in un vero e proprio campo di battaglia politica. Non è mancato, infatti, il momento di rottura del dialogo tra il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Massimo Verrecchia, e il coordinatore cittadino di Forza Italia, Goffredo Taddei: tra i due sarebbero volate paroloni e offese, segno evidente di una coalizione ormai sull’orlo della spaccatura.
Se Fratelli d’Italia ribadisce la volontà di correre uniti con Alessio Cesareo, ex questore di Ascoli, Forza Italia continua a prendere tempo e a rinviare ogni decisione. Il vertice regionale di ieri avrebbe dovuto segnare un punto fermo, ma gli azzurri hanno preferito la scena muta, evitando di presentare un nome alternativo a Cesareo.
Ma resta aperta una domanda che in molti, anche all’interno della coalizione, iniziano a porsi: è mai possibile che nessuno in Fratelli d’Italia prenda posizione sul comportamento di Massimo Verrecchia e lo richiami all’ordine?
Il capogruppo in Consiglio regionale, sempre più centrale nelle dinamiche politiche marsicane, sembra agire secondo schemi di scuderia personali, con un margine di autonomia che pochi nel partito osano mettere in discussione. Lo stesso coordinatore regionale Etelwardo Sigismondi, lo ha seguito senza fare un fiato.
Cosa si nasconde dietro a questo strapotere decisionale, tanto da impedire ai vertici regionali o nazionali di intervenire per riportare equilibrio e rispetto delle regole interne? In tutto questo il silenzio di Marsilio?
E se non fosse proprio per i personalismi di Verrecchia, forse la quadra sul nome di Di Pangrazio – ipotesi che in passato aveva trovato più di qualche apertura trasversale – il centrodestra l’avrebbe già trovata e oggi la coalizione sarebbe compatta e pronta alla sfida elettorale e forse anche vincente.
Invece, le divisioni interne continuano a bloccare qualsiasi tentativo di mediazione.
Un interrogativo che rischia di diventare presto tema politico vero e proprio, se le tensioni tra le diverse anime del partito continueranno ad alimentare frizioni e scontri pubblici.
Noi Moderati, presente alla riunione, ha solo potuto assistere alla bagarre, ribadendo l’unità del centro destra su un nome comune, mentre la Lega abbandona il tavolo ribadendo la vicinanza al sindaco uscente Gianni Di Pangrazio.
Il segretario regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, ha tentato di gettare acqua sul fuoco, spiegando che De Angelis era assente per motivi personali e al vertice ha preso parte solo il coordinatore cittadino Goffredo Taddei. Risultato: un paio di giorni per riflettere insieme al partito sul da farsi. Una presa di tempo che però non convince gli alleati, già spazientiti da settimane di rinvii e ripensamenti.
Il nome di Cesareo, che all’inizio sembrava mettere tutti d’accordo, è diventato col passare dei giorni il nodo centrale della contesa. A sollevare le prime perplessità era stato l’assessore regionale Roberto Santangelo, che aveva chiesto di puntare su un candidato politico e non tecnico. Da lì, il dibattito si è spostato dai tavoli di partito ai giornali, fino alla decisione di Pagano di riportare la questione a livello regionale, di fatto esautorando le segreterie locali.
La frattura, ora, è evidente. Il centrodestra ad Avezzano appare più diviso che mai. Mentre a Chieti la coalizione procede compatta verso le urne, nella Marsica la situazione presenta un déjà vu del 2020 quando Forza Italia scelse la strada della solitudine, candidando Annamaria Taccone contro il resto della coalizione che sosteneva Tiziano Genovesi, che oggi si erige a paladino del partito (Forza Italia) dispensando consigli inopportuni sui social. Tant’è che nei giorni scorsi è sfogata una lite con Stinelli membro della commissione assegnazione alloggi popolari per il Comune di Avezzano, che ha portato quest’ultimo a chiedergli un risarcimento danni di 12mila euro per ingiurie e offese a mezzo stampa: perché è bene ricordarlo i social sono considerati un mezzo stampa. Genovesi risponde con un “Tutelo l’interesse pubblico”.
Intanto, Fratelli d’Italia continua a lavorare su più fronti: da un lato sulla costruzione del programma e della squadra a sostegno di Cesareo, dall’altro continuando a scaturire tensioni interne, dopo gli attriti tra l’assessore regionale Mario Quaglieri e lo stesso Verrecchia che, almeno in apparenza per ordini dall’alto, sono tornati distesi.
Tutt’altra aria in casa azzurra. Dopo un primo via libera al nome di Cesareo, Forza Italia ha iniziato a porre veti e riserve, rallentando il percorso comune e alimentando i malumori tra gli alleati. Ora la palla è in mano a loro: entro pochi giorni Pagano dovrà decidere se riallinearsi alla coalizione o aprire formalmente alla corsa solitaria di Forza Italia. Uno scenario che, se confermato, segnerebbe un nuovo capitolo di divisioni all’interno del centrodestra marsicano.
Per ora, l’unica certezza è che il clima è rovente e che le prossime mosse degli azzurri saranno decisive per capire se Avezzano avrà un semi-centrodestra unito o un ennesimo scontro fratricida in vista delle urne del 2026.



