CARSOLI – Caro Autostrade, manifestazione e corteo confermati, ma non sotto al Senato della Repubblica. La Questura di Roma ha mantenuto la sua posizione e, a tempo di record, ha comunicato una nuova destinazione di arrivo del corteo della protesta. Per dirla con l’immenso De André «Spesso gli sbirri e i carabinieri/Al proprio dovere vengono meno/ Ma non quando sono in alta uniforme/E l’accompagnarono al primo treno».
I Sindaci-Black Bloc di Lazio e Abruzzo, quindi, dovranno accontentarsi di guardare da lontano uno dei Palazzi degli Italiani (a questo punto di alcuni non di tutti) e dovranno urlare a squarciagola per farsi sentire.
Questa la nota ufficiale del Comitato dei Sindaci: «I Sindaci e gli Amministratori di Lazio e Abruzzo impegnati nella lotta contro il “caro pedaggi-sicurezza A24/A25” stanchi del “silenzio” del Ministero dei Trasporti, hanno deciso di continuare ad oltranza la battaglia. A seguito dell’incontro svoltosi presso il Comune di Carsoli lo scorso 7 Dicembre 2018, i Sindaci e gli Amministratori hanno deciso di tornare a manifestare nei pressi del Senato durante la discussione della legge di stabilità. Osteggiati da tutto e tutti, costretti a cambiare luogo di manifestazione a seguito dei ripetuti dinieghi della Questura sulle localizzazioni richieste, trattati come l’ultima ruota del carro, ancora più determinati che mai, confermano la manifestazione per il giorno 13 dicembre a Piazza Vidoni dalle ore 13 alle ore 17. Si invitano tutti a partecipare e a sostenere ancor con più forza questa battaglia “per evitare un nuovo salasso dal 1 gennaio e avere sicurezza sulla A24/A25».
Insomma, mentre è ancora in corso la protesta per i vecchi aumenti, congelati fino a fine mese dal Ministero Toninelli, ora i Sindaci si vedono ostacolati e con all’orizzonte un nuovo aumento dell’autostrada di Strada dei Parchi. Una condizione che sembra uno scherzo ancor prima che un paradosso. Un consiglio. Cari Sindaci esiste Whatsapp, e visto che al Senato non vi hanno fatto arrivare, inviate il vostro messaggio a tutti i parlamentari, per lo meno quelli di cui avete un recapito telefonico. Un paese, l’Italia, sempre più a democrazia limitata.