AVEZZANO – «La situazione è drammatica, il mercato è deserto e noi non riusciamo più a lavorare». Sono queste le parole di A.B., un ambulante che ormai da qualche mese e in via definitiva è stato costretto a spostarsi nella zona nord di Avezzano dove, a sentire gli ideatori di tale trasloco, risulta essere una zona più sicura, ampia e che permette di lavorare di più.
È un po’ come quando Prodi ci promise che con l’Euro avremmo lavorato un giorno in meno e guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più. I risultati li conosciamo tutti. O come quando in una manifestazione la Prefettura comunica la presenza di mille persone e gli organizzatori ne contano diecimila. Questo sta accadendo agli ambulanti, nonostante le giornate di lavoro perse a scioperare contro una decisione quanto meno assurda, cioè quella di spostare il mercato che animava il sabato avezzanese, tra Piazza della Repubblica e Piazza Torlonia, nella zona nord di Avezzano.

Forse sono gli avezzanesi che non hanno ben capito il progetto o forse siamo noi a non essere lungimiranti perché agli occhi dell’Amministrazione è tutto perfettamente funzionante, l’afflusso della gente è soddisfacente e non è vero che gli ambulanti non lavorano. Strano però è come fino ad oggi poche volte sia stato visto il sindaco De Angelis tra i banchi degli ambulanti il sabato mattina a ricevere i complimenti per questa decisione (condivisa?).

La stessa pista ciclabile che ha fatto crollare gli incassi delle attività che ne hanno subìto la posa in essere dal giorno prima al giorno dopo. Ma anche in questo caso non è così secondo l’Amministrazione che più volte ha spiegato ai commercianti che il problema non è la pista ciclabile ma la crisi che ormai da tempo strozza le attività. Allora la domanda sorge spontanea: come mai dal giorno prima dell’istallazione della pista ciclabile al giorno dopo, c’è stato un calo vertiginoso delle vendite da parte di tutte le attività che hanno subìto l’opera? Sarà mica per l’assenza di parcheggi? Qualcuno rassicurò tutti i commercianti che i parcheggi persi si sarebbero guadagnati in altre zone adiacenti in tempi brevi e che quindi il problema non era un problema. Ad oggi dei parcheggi tanto pubblicizzati neanche l’ombra, però è rimasta la pista. Una pista ciclabile che, secondo gli ultimi dati, in circa un anno dall’apertura è stata percorsa da circa 18 biciclette. Niente male diremmo, visti i danni arrecati a chi si è visto dimezzare il fatturato! In compenso potremmo affermare di aver fatto fare del sano sport a 18 persone.

Il primo è stato spostato nella zona nord contro il volere degli ambulanti, i parcheggi tolti contro il volere dei commercianti e gli alberi beh, a quanto pare hanno deciso di farla finita.

