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LFOUNDRY: COUNTDOWN DEL SINDACATO FIM-CISL – CONFERENZA STAMPA – VIDEO INTERVISTA –

Redazione di Redazione
15 Novembre 2019
in Economia e Lavoro
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AVEZZANO – Un incontro organizzato dal sindacato FIM-CISL per poter esporre tutte le problematiche sul reale stato del più importante stabilimento dell’Abruzzo. Presenti all’incontro Augusto Bisegna della FIM-CISL Nazionale, Paolo Sangermano segretario Cisl provincia di L’Aquila, le R.S.U. dello stabilimento Luca Centi Pizzutilli e Alessandro Maurizi. Le conclusioni sono affidate a Antonello Tangredi segretario territoriale.

Una conferenza stampa che ha portato a focalizzare le questioni di  merito che attengono agli ultimi sviluppi in seguito all’incontro svolto il 1° ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico; la presenza delle RSU dello stabilimento sottolinea la necessità di essere megafono della loro voce.

L’ex LFoundry una grande azienda, ultimamente sembra non dare certezze, è importante per la Regione ma soprattutto per questo territorio, motivo per il quale devono essere attivate tutte le condizioni di sistema affinché si possa dare vigore alle iniziative.

Considerevoli gli interventi di  Alessandro Maurizi  e  Luca Centi Pizzutilli entrambi RSU dell’azienda.

“Ad aprile fu firmato in azienda un AdS -Accordo di Solidarietà- per mantenere la solidità dello stabilimento, abbiamo la certezza o meglio la preoccupazione che i problemi non sono legati alle difficoltà del momento, cioè esclusivamente alle commesse e alle ordinazioni, ma sono ormai problemi strutturali.”

E’ stato ricordato che dal 2009, primo ciclo di cassa integrazione, i dipendenti vivono perennemente sotto ammortizzatore sociale. Né l’azienda né altri hanno annunciato esuberi per 450 unità, ma resta il fatto che la LFoundry non si sostiene più con le proprie forze per dare lavoro a 1500 persone, per questo fu firmato l’AdS per mettere in sicurezza, per almeno 18 mesi, il salario dei dipendenti. L’accordo scadrà a maggio 2020.

Notevoli i cambiamenti che si sono susseguiti, come un ennesimo passaggio societario, l’ultimo subentrato a giugno, che a tutti gli effetti risulta essere uno start up, con tutte le preoccupazioni del caso, visto che il 50% delle start up in Italia falliscono sul nascere delle idee.   A nulla pare sia valso il messaggio con il quale  l’azienda ha chiesto a tutti i dipendenti, e a tutti i lavoratori, di guardare con ottimismo al futuro.

La nuova società  WU-XI,  che ha acquisito  nel luglio 2019 la ex Lfoundry , ha sul suo territorio in Cina,  un centro di ricerca e sviluppo ma non risulta avere capacità produttive e quindi evidentemente per questo ha puntato sullo stabilimento marsicano.

“Siamo preoccupati che questa possa diventare una vertenza, sono 10 anni che parliamo solo ed esclusivamente di ammortizzatori sociali”,  afferma Alessandro Maurizi “chiediamo il piano industriale, chiediamo alla politica e al Ministero che possa monitorare la solidità economica di questa nuova società. “LFoundry in un incontro che si è rilevato muro contro muro, non ha dato alcuna informazione e anticipazione rispetto a quello che dovrà essere discusso il 15 dicembre al Ministero.  La cosa è inaccettabile. I lavoratori devono essere informati su quello che sta succedendo, non possiamo essere gli ultimi a sapere che cosa rischia di caderci addosso “.

“LFoundry è la prima azienda in Abruzzo con il 30% del Pil della Marsica, un territorio ormai depresso, pertanto, non possiamo perdere questo stabilimento, deve essere messo in sicurezza” dice  Luca Centi  “ “richiediamo un tavolo di discussione con l’azienda per entrare nel merito. Dobbiamo parlare di turni il che  significa migliorare le condizioni di lavoro e aumentare l’efficienza e la produttività. Intervenendo per quello che ci compete su quella parte economica di un bilancio negativo che oggi l’azienda lamenta sempre in tutti gli accordi firmati.“

Emerge una mancanza di relazione tra l’azienda e la RSU.

Augusto Bisegna della FIM-CISL Nazionale propone alla politica  una riduzione dell’IRAP alle imprese, da attuare  per le aree interne e le aree montane. Una proposta già inoltra dalla regione Emilia Romagna per spingere le imprese delle aree dell’appenino tosco romagnolo.

Il 1°  ottobre l’azienda si sarebbe dovuta presentare munita di documentazione con la specifica del passaggio, in meno di tre mesi, di  ben tre società,   l’ultima la WU-XI

Il countdown è praticamente iniziato, è il conto alla rovescia  per presentare il piano industriale entro le prime due settimane di dicembre, se è vero che ci sarà un cambio di missione dello stabilimento. Soprattutto fondamentale e sapere: chi investirà?

Antonello Tangredi  ha poi rivelato che alla domanda porta all’ex direttore  dott. Sergio Galbiati  sul futuro occupazionale, la risposta è stata  “io non do garanzia a nessuno.” Bisogna vedere che fine fa l’accordo commerciale con la società mono cliente. Questo è un elemento di preoccupazione a due settimane dalla scadenza della presentazione del piano industriale.

E’ una responsabilità del sindacato coinvolgere la cittadinanza e la società civile, affinché non venga ad essere dimenticato che attorno a questo stabilimento sono coinvolte cinque regioni, Puglia, Campania, Lazio, Umbria e Marche dalle quali provengono risorse tecniche e professionali.

“Un mosaico di interessi che porta alla vertenza n. 161, sia ben chiaro che se non li risolviamo noi questi problemi, non ce li risolve nessuno.” –continua Tangredi – “Si ha idea di cosa voglia dire il mancato rinnovo dell’accordo commerciale, a fine dicembre, con l’unico cliente dello stabilimento di Avezzano che rappresenta il 95% della produzione?”

Se non viene rinnovato l’accordo commerciale, sono stati paventati altri 4 mesi di ammortizzatori sociali.

Una nota davvero inquietante, nel peggiore dei casi, è il costo per la bonifica dell’area: 2,2 miliardi di euro.

“Nessuno dice che lo stabilimento deve chiudere, e non lo diciamo che ci sono 450 esuberi –afferma ancora Antonello Tangredi-  ma  nel contratto di solidarietà è scritto che ci sono eccessi di ore lavorate paria al 30% della piattaforma produttiva.”

Ingiustizia sociale è apprendere che  150/180 interinali,  con le medesime mansioni dei lavoratori con il cartellino LFoundry, sono inquadrati come operai e non come impiegati di 4° e 5° livello.

La speranza è in un futuro sviluppo risolutivo che non vada ad aprire la vertenza 161.

 

Leggianche...

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