AVEZZANO – Se avessimo potenziato le strutture sanitarie territoriali di un posto letto per ogni comunicato stampa arrivato sul tema, oggi la sanità della Marsica sarebbe tra le migliori in Italia. Il paradosso è che, ultimamente, le note più critiche arrivano da chi dovrebbe occuparsi di gestire l’emergenza e non di scriverne i problemi sui giornali. Da giorni assistiamo, infatti, al bollettino quotidiano delle polemiche tra qualche esponente del centrodestra e il management della Asl1. E Roberto Testa, è bene ricordarlo, è stato messo lì proprio dal centrodestra.
Ora, che vi siano delle criticità è sotto gli occhi di tutti, come è tangibile il sentimento di paura della popolazione per la tenuta della sanità marsicana mentre crescono, in Abruzzo, i ricoverati da coronavirus. Il problema vero, però, è che gli attacchi costanti, il profluvio di comunicati, le lamentate irregolarità, hanno poco a che fare con i posti letto, con la macchina per processare i tamponi, con l’efficacia e l’efficienza degli ospedali: sembrano infatti molto più collegati alla lotta politica, al potere, insomma a tutto ciò che dovrebbe stare lontano dalla migliore sanità. Sempre di posti si tratta, ma in tutt’altro senso.
Quando si doveva programmare con lungimiranza e velocità, la politica era al mare ad occuparsi di altro. Per carità, anche il turismo è un tema cruciale per la vita delle persone. Poi, in verità, la vita delle persone l’abbiamo vista in pericolo per mancanza di spazi, letti disponibili, infermieri, proprio nelle strutture che devono curarla. Strutture finite nostro malgrado in cronaca nazionale.
Ebbene, fin lì, nel centrodestra nessuno si era accorto delle criticità, dei trenta sindaci riuniti dal primo cittadino di Avezzano che chiedevano le dimissioni del manager, del macchinario per processare i tamponi bloccato a casa di un tale di nome John, della richiesta di un ospedale da campo, della necessità di modulo provvisorio per i posti di terapia intensiva bloccato all’Aquila.
Nessuna risposta. L’unica reazione era stata la tenda inaugurata con il favore delle tenebre.
Ed ecco il paradosso. Finisce la fase acuta, si torna ad una parvenza di normalità e scoppia la polemica. Il direttore Testa non conferma nel ruolo di direttore sanitario la dottoressa Cicogna, fedelissima del potente onorevole leghista D’Eramo e… apriti cielo!
La Lega si accorge che la sanità non funziona nella Marsica. D’Eramo va su tutte le furie attacca a testa bassa e sforna critiche alla ASL a mezzo stampa, come fossero pizze il sabato sera.
Primo comunicato: Irregolarità evidenti! Secondo comunicato: inefficienze palesi. Terzo comunicato: direttore sanitario pro tempore, illegittimo! Quarto comunicato: ritardi inaccettabili nei lavori! Quinto comunicato: Testa non procede alle stabilizzazioni! Sesto comunicato: il nuovo direttore sanitario non è all’altezza del compito!
La Asl1, a volte, risponde, si difende, puntualizza. Ci si mette pure il Presidente della Regione Marsilio, che prima difendeva il direttore e ora lamenta ritardi ingiustificati sui lavori.
In tutto ciò rimane quel retrogusto amaro, tipico delle situazioni in cui sembra che l’oggetto del contendere non è il vero valore in gioco. Perché quando si tratta di salute arrivano meste giustificazioni. Quando si tocca un fedelissimo, arrivano grintosi comunicati.