di Piero Carducci (economista)
Le Reti trans-europee di trasporto (TEN-T) sono un insieme di infrastrutture (reti internet a larga banda, ferrovie, strade, porti, aeroporti, ecc.) considerate strategiche per il futuro sviluppo ed il cui completamento è previsto per il 2030. L’Abruzzo può cogliere, grazie alle TEN-T, l’opportunità di assumere un ruolo strategico all’interno delle geometrie europee del trasporto, con enormi benefici in termini di crescita del reddito e dell’occupazione. Chi resta al di fuori di queste reti subirà un sicuro declino, come hanno ben capito le associazioni datoriali e sindacali che portano avanti una campagna pubblica di sensibilizzazione affinché tutta la politica regionale superi ogni divisione e si mobiliti per inserire l’Abruzzo in questo progetto.
La nostra regione allo stato attuale ne è fuori, ma si può ancora recuperare dato che la Commissione europea sta rivedendo il progetto. Se saremo uniti potremo convincere l’Unione, con l’indispensabile supporto del Governo Draghi, a modificare il “Corridoio V”, creando il corridoio “Mar Mediterraneo” tra la penisola iberica, il porto di Civitavecchia, l’Abruzzo, le Regioni dei Balcani e da là verso l’Oriente.
Tutte le analisi economiche dimostrano in maniera univoca la rilevanza delle TEN-T, funzionali ad una crescita solida e duratura dei territori connessi e pure notevole è l’impatto ambientale: la realizzazione dei corridoi permetterà il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia ed al mare, con la netta riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e migliore sicurezza. Obiettivi del tutto coerenti con il Recovery Fund che porterebbe ulteriori risorse al progetto di connettività Ovest/Est.
La rivisitazione del corridoio Mediterraneo porterebbe vantaggi concreti alle nostre aree interne, vera e propria “area cerniera”, a partire dalle funzioni logistiche con la valorizzazione degli Interporti e la piena funzionalità della ZES. Il sistema portuale regionale si integrerebbe inoltre con quello dell’intermodalità sostenendone lo sviluppo, ma creerebbe anche una occasione di internazionalizzazione dell’intero sistema produttivo verso i promettenti mercati orientali.
Occorre quindi proseguire con forza nell’azione di “moral suasion” nei confronti del Governo nazionale che deve intraprendere ogni iniziativa presso le sedi europee volta a sostenere la proposta. E’ un momento delicato ed occorre assolutamente evitare i pericoli del campanile. Bisogna superare sterili contrapposizioni e polemiche: qui sono in gioco interessi strategici della Regione Abruzzo, di tutte le imprese abruzzesi, di tutti gli abruzzesi. Occorre un antidoto al veleno del campanilismo, ovvero realizzare una “Santa Alleanza” tra Avezzano, l’Aquila e Sulmona affinché la strategica ferrovia Roma/Avezzano/Pescara vada a soddisfare interessi collettivi. Le soluzioni tecniche per connettere tutte le aree interne al “Corridoio V” ci sono, e sono opere possibili e finanziabili nel medio periodo sommando le risorse ordinarie con quelle straordinarie del Recovery.
Ora l’importante è inserire tutto l’Abruzzo nel “Corridoio V” per farne regione centrale nella nuova centralità del Mediterraneo. E poi la TEN-T si connette perfettamente alla Via della Seta, il futuro dei traffici commerciali verso la Cina ed i 70 paesi già connessi. Le aree interne al centro dell’Europa non è uno slogan ma occasione da cogliere perché non si ripeterà! Dobbiamo però remare tutti nella stessa direzione per essere “porta d’Oriente” e fulcro europeo verso l’Asia. Una scelta che determinerà il futuro sviluppo regionale per i prossimi 50 anni.