Nell’Italia del boom della cremazione (le stime di Codacons indicano una crescita del 25%) ci sono molti comuni che sperano di offrire un servizio alla popolazione abbattendo i costi di un’ eventuale trasferta per chi scelga questa pratica per i propri cari defunti. Certo tra qualche anno ci sarà di nuovo carenza di loculi e quindi ci si vedrà costretti ad ampliare il cimitero o crearne un altro nuovo. È il caso di Avezzano dove si vuole realizzare la costruzione di un tempio crematorio da 2 milioni e mezzo di euro, il primo che sorgerebbe in provincia.
Secondo l’assessore al bilancio del comune di Avezzano, Loreta Ruscio, oltre a 5 posti di lavoro, che in tempo di crisi non sono pochi, nelle casse dell’ente, in base ad un’analisi dell’azienda, che ipotizza 1.200 cremazioni annue affluirebbero circa 60mila euro l’anno. Ma questa è solo una stima blanda, perché poi l’aggio del comune va da un minimo del 10% e comunque andrebbe ad asta. Oltre al fattore economico per il comune, che non punta di certo a fare cassa con i morti, ci sarebbe un ulteriore sconto per i residenti che vorrebbero, appunto, usufruire della struttura. Una cremazione per un residente oggi costerebbe 550 euro, contro i circa 2000, più il resto, per una trasferta.
L’iter sta andando avanti, si è proposta la ditta Altair e proprio la settimana scorsa il Consiglio comunale ha deciso per la realizzazione del tempio. Una maggioranza compatta ha votato a favore senza porsi il problema dell’inquinamento e della Riserva del Salviano, che a nostro avviso non c’è, perché se non c’è stato quando ha aperto la Texas Instruments nel 1989, poi divenuta Micron nel 1998, ed oggi Lfoundry, non capiamo perché dovrebbe esserci oggi, eppure la colonna di fumi è ben visibile dalla superstrada.
Intanto la minoranza ha votato contro la realizzazione del tempio: Tiziano Genovesi per la Lega, Lorenza Panei per il Partito Democratico, Goffredo Taddei per Forza Italia e Mario Babbo, Stefano Lanciotti per i civici, hanno posto diversi interrogativi e dubbi sulla realizzazione del progetto.
Non è mancata neanche la polemica del presidente Antonello Santilli del Wwf Abruzzo come riportato da “Il Messaggero” che precisa: – “Il forno crematorio è una bomba ecologica. Bruciare corpi inquina. Nel processo di cremazione si producono inquinanti atmosferici, quali polveri di monossido di carbonio, ossidi di azoto, composti organici, inorganici del cloro e fluoro, metalli pesanti, oltre a emissioni di mercurio, zinco, diossine-furani e Ipa”.
Preoccupati anche i lavoratori dello stabilimento LFoundry: respireranno i fumi dell’impianto. A riguardo, nel 2020, ci fu uno studio sui casi di tumori nella Marsica che riportava una alta percentuale di casi proprio nelle zone o paesi limitrofi dove sorge lo stabilimento. Stomaco, tiroide e melanoma lasciano alla Marsica il non invidiabile primato di area più colpita dai tumori nella Regione. In termini assoluti, nel 2018, in Marsica sono stati diagnosticati 678 nuovi casi di tumore, con in testa colon-retto (85), vescica (84), mammella (81), polmoni (74), prostata (49). Sarà un caso? Non lo sappiamo e non spetta a noi deciderlo.
Il report dell’Agenzia sanitaria regionale è stato elaborato dal team composto da Giorgia Fragassi, Alfonso Mascitelli, Maria Elena Flacco, Vito Di Candia e guidato dal responsabile scientifico del Registro tumori della Regione Abruzzo, il professor Lamberto Manzoli. In poche parole dati e non fuffa. Ma questo nessuno lo dice e nemmeno noi siamo in grado di dare una giusta collocazione al fatto con le relative responsabilità.
Ma tornando alla realizzazione del Tempio/forno crematorio, dove tutti si chiedono dell’impatto ambientale, ma poi non si preoccupano del già compromesso ambiente che ci circonda, e non parliamo solo di fumi ma di immondizia buttata qua e là ovunque, di acque e pesticidi che sono utilizzati nel Fucino, ecc.. ecc.. , spunta una relazione ambientale che ha lo scopo di costituire per l’Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la comprensione del progetto come previsto dall’ art. 183 del D.Lgs. 50/2016.
A tal riguardo, il presente “studio di prefattibilità ambientale” contiene tutti gli elementi necessari alla verifica del progetto di costruzione dell’impianto crematorio nell’area cimiteriale del comune di Avezzano.
Ne riporteremo solo alcuni aspetti, per far si che i nostri lettori capiscano realmente le cose come stanno:
Partiamo dalla destinazione d’uso: Il Piano Urbanistico Comunale di Avezzano definito “Sistema Informativo Territoriale Struttura Strategica Speciale Piano Regolatore Generale, Piano Antenne, Urbanistica e Territorio” con ultimo aggiornamento Settembre-2020, indica l’area proposta per l’intero intervento del presente progetto quale area destinata a vincolo cimiteriale (T.U. Leggi Sanitarie 1265/34 e L. 17.10.1957). Il progetto del nuovo polo crematorio cittadino è localizzato su una superficie dì circa 3043 mq, compresa l’area parcheggio e la viabilità.
Impianto di cremazione: Gli impianti di cremazione salme non producono impatti ambientali importanti.
Questa affermazione è immediatamente desumibile dal fatto che non esista una normativa ambientale specifica per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione e conduzione di un simile impianto. Il testo unico ambientale (D.Lgs. 152/06), riferimento normativo da utilizzare per autorizzare un nuovo tempio crematorio, non parla mai in modo specifico di forni crematori. Questo invece di semplificare le pratiche autorizzative, diviene spesso un limite
anche se le esperienze accumulate in Regione Piemonte hanno ormai creato alcune metodologie d’approccio e operative collaudate e sicure. A puro titolo esemplificativo sarebbe spontaneo, in prima approssimazione, equipararli ad impianti di incenerimento rifiuti non pericolosi, ma non essendo ovviamente le salme dei rifiuti la normativa sulla gestione dei rifiuti non è applicabile ai forni crematori. Altro esempio del fatto che i forni crematori non producano impatti importanti per la salute umana o l’ambiente è desumibile dal fatto che non rientrano tra gli impianti soggetti a verifica di assoggettabilità della valutazione di impatto ambientale.
Il D.Lgs. 152/2006, all’ art. 269 stabilisce che per tutti gli impianti che producono emissioni deve essere richiesta una autorizzazione ai sensi della parte quinta del presente decreto.
In relazione alle possibili perplessità circa gli aspetti nocivi dell’impianto si riportano nel seguito alcune indicazioni:
- L’impianto verrà realizzato con la migliore tecnologia disponibile compatibilmente con la normativa vigente;
- Un accurato controllo del processo permetterà di garantire la completa ossidazione dei prodotti della combustione e di conseguenza l’assenza di fumo nero, di odori sgradevoli oltre che la massima riduzione di altre emissioni inquinanti;
- L’edificio che ospiterà l’impianto sarà di nuova costruzione e questo permetterà di rispettare tutte le normative vigenti in materia rispetto dell’ambiente, norme igienico sanitarie, di sicurezza dei luoghi
pubblici e degli ambienti di lavoro, di risparmio energetico e di contenimento delle emissioni acustiche, di prevenzione degli incendi (in questo campo l’impianto è equiparato ad una caldaia per il riscaldamento di un immobile da circa 20 appartamenti).
Tecnologia di abbatimento – l’impianto può considerarsi costituito dalle seguenti sezioni:
1. Camera di combustione primaria
2. Camera di combustione secondaria
3. Boiler
4. Reattore bifase a letto trascinato
5. Filtro a tessuto (maniche di Aramid)
Scheda Tecnica Ambiente: La progettazione di questo crematorio prevede una zona di post-combustione in
grado di mantenere la temperatura dei gas di combustione superiore agli 850°C, con un periodo di tazionamento del gas superiore ai 2 secondi durante il funzionamento, con un contenuto di ossigeno maggiore alla media del 6% durante il ciclo di cremazione, e mai inferiore al 3%.
Le prestazioni del forno sono dettagliate nella sezione “Scheda Tecnica Ambiente” l’impianto avrà caratteristiche tali da rispettare le emissione tipiche sotto riportate;
- Emissioni Gassose meno di Polveri Totali 10 mg / nmc
- Monossido di carbonio CO 50 mg / nmc
- Sostanze Organiche Espresse come carbonio organico totale 10 mg / nmc
- Composti inorganici del fluoro espressi come HF 4 mg / nmc
- Composti inorganici del cloro espressi come HCL 10 mg / nmc
- Cianuro HCN 0.5 mg / nmc
- Ossidi di zolfo espressi come SO2 50 mg / nmc
- Ossidi di azoto espressi come NO2 200 mg / nmc
- Cadmio e Tallio e relativi composti espressi come Cd e Ta 0,05 mg / nmc
- Mercurio e relativi composti espressi come Hg 0,05 mg / nmc
- Zinco e relativi composti espressi come Zn 5 mg / nmc
- Metalli totali di cui (Sb/As/Pb/Cr/Co/Cu/Mn/Ni/V/Sn) 0.5 mg / nmc
- Policlorodibezodiossine e policlorodibezofurani (PCDD + PCDF) 0.1 ng / nmc
Prova dei valori di gas pulito:
Un’azienda / istituto di misurazione qualificato effettuerà la prova effettiva del raggiungimento dei valori di emissione di gas pulito richiesti dell’impianto di filtraggio proposto.
Compatibilità Ambiente:
Per la redazione della relazione di Compatibilità Ambientale del progetto si sono adottati i seguenti passaggi operativi:
- Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione in materia ambientale;
- Analisi delle principali componenti ambientali potenzialmente coinvolte;
- Descrizione sintetica dei parametri localizzativi dell’opera
- Descrizione delle principali modificazione previste sull’ambiente e dei principali fattori di pressione ad esse correlate;
- Descrizione dei livelli di impatto previsti ed individuazione dei fattori di impatto maggiormente significativi che necessitano di approfondimento in fase di progettazione;
- Indicazione delle misure previste per eliminare e/o mitigare gli impatti o gli effetti negativi sull’ambiente.
- Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e gli strumenti di pianificazione in materia ambientale. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo impianto crematorio ed è
compatibile con il quadro normativo e gli strumenti vigenti di pianificazione in
materia ambientale.
Insomma, questi sono solo alcuni punti delle 28 pagine della relazione ambientale, e non vogliamo annoiarvi ulteriormente con numeri, dati e schemi, che con un minimo di logica, era da presuppore che fossero stati prodotti.
La cosa che ci lascia molto perplessi è che pur di fare politica si vada contro un progetto che mette a disposizione della popolazione un servizio utile, economico e condiviso. Non a caso è stato fatto un mini sondaggio nei giorni di visita al cimitero per le ricorrenza dei morti ed è emerso un risultato confortante, almeno sotto il profilo di apprezzamento. Su un campione di 200 persone, 194 sono favorevoli, 5 contrarie e 1 indifferente: il 97,5% è favorevole, quindi, alla cremazione.
Un dato che fa riflettere sempre di più è che la politica allarmista e urlatrice non funziona più. La gente è stanca delle polemiche e comincia a guardare i fatti.