“Siamo stati con il fiato sospeso fino a questa mattina, dopo l’ok del Governo a tenere aperte le sede del Tribunale di Avezzano, e l’approvazione, poche ore fa, dell’emendamento al Milleproroghe in commissione.
Possiamo dirci soddisfatti per l’obiettivo a cui tutti rivolgevamo le speranze e le azioni. C’è la proroga a tutto il 2023: non è stata una battaglia facile e sarà ancora lunga.
Ma è una boccata di ossigeno preziosa che può aprire nuovi scenari e arriva in un momento difficile per l’intero territorio.
Non era semplice convincere il Guardasigilli pur avendo forti ragioni.
Non era semplice vincere la fisiologica contrarietà di chi ha visto chiudere i propri presìdi e poteva, comprensibilmente, non gioire dinanzi alle nostre pur legittime rivendicazioni.
Non era semplice lavorare insieme, perché non è mai facile farlo veramente.
Ora che, come sempre accade con un traguardo raggiunto, sembrerà tutto scontato è invece il caso di ricordare la doccia fredda di Luglio, quando le speranze vennero stralciate improvvisamente facendo pendere le previsioni verso il più cupo scenario.
Credo che, in quel momento, vi sia stata la vera svolta.
Quando era fisiologico correre a rinfacciarsi le colpe si è scelto invece di lavorare in squadra, restare uniti.
L’attivismo degli avvocati e dei sindaci, la tenacia e l’intelligenza tattica del coordinatore del comitato a difesa dei presidi di giustizia Gianni Di Pangrazio e la scelta del Presidente Marsilio di metterci la faccia, a mio avviso, hanno rivestito un ruolo cruciale insieme alla serietà dei parlamentari abruzzesi dinanzi a questo impegno. Ora si apre il secondo tempo di una partita difficile da giocare fino alla fine.
Cosa insegna tutto ciò? Che le sfide vanno perseguite non quando è facile vincerle, ma quando è giusto affrontarle e che, con il disfattismo naif di chi sa che è tutto inutile o tutto già deciso e di coloro che, il giorno dopo l’evento, indovinano le previsioni, si costruisce ben poco.
Meglio impegnarsi, ciascuno nel suo ruolo, per un obiettivo comune sapendo che si rischia di non farcela.
Meglio dibattere sulle percentuali dei meriti di una (seppur parziale) vittoria che litigare sul peso di una brutta sconfitta.
Concetti tanto scontati da venire spesso dimenticati e che, invece, oggi, dobbiamo segnare in agenda.
Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto davvero”.