L’AQUILA – Dallo scorso 1 maggio è venuta meno la maggior parte delle previsioni imposte dall’emergenza sanitaria. Ma per la scuola quasi nulla è cambiato. Quasi fosse, irrimediabilmente, l’unico luogo di contagio. L’obbligo di utilizzo della mascherina tra i banchi di scuola resta fino alla fine dell’anno scolastico.
Conservare prudenza è ragionevole, ma, nel lungo tempo trascorso dall’inizio dell’emergenza, tanto avrebbe dovuto essere fatto per rendere la scuola un posto sicuro e consentire ai ragazzi di svolgere le attività proficuamente e con serenità.
A oggi, nessun intervento, nessuna iniziativa, nessun progetto, nessun programma.
Alle soglie degli esami di Stato, qualcuno chiede che, almeno durante lo svolgimento delle prove, gli studenti siano liberi dall’uso della mascherina.
Imporne l’obbligo di utilizzo anche in quella sede sarebbe l’ennesimo messaggio di incoerenza trasmesso ai ragazzi, che lo percepirebbero come un provvedimento quasi punitivo, specie considerato che gli esami si terranno con temperature elevate in tutta la penisola e comunque dovranno svolgersi in locali verosimilmente molto areati a causa della bella stagione e con un numero limitato di studenti e professori presenti nella struttura.
Ancor più irragionevole risulta la misura se si considera che gli stessi giovani possono invece liberamente partecipare a concerti, frequentare luoghi di aggregazione sociale all’aperto o fare palestra, sempre senza mascherine o distanziamento.
Meritocrazia Italia continua a invocare misure di coerenza e chiede attenzione nei confronti delle esigenze dei giovani, specie per quelle di carattere formativo, da troppo tempo fuori da ogni agenda politica, e maggiori serietà e impegno nel ripristino di reali condizioni di sicurezza del sistema scolastico.