L’occupazione in Abruzzo subisce un durissimo colpo Tra il IV trimestre 2021 e il I trimestre 2022, gli occupati subiscono una flessione di ben 28 mila unità.
In valore percentuale hanno segnato una flessione del 5,5% pari a 7 volte quella nazionale che è stata dello 0,8%.
Tale flessione fa registrare all’Abruzzo il peggior risultato a livello nazionale.
A tale inquietante dato sull’occupazione nel I trimestre 2022, per lo stesso,periodo si aggiunge:
- una dinamica dell’impresa o che continua a segnare valori peggiori di quelli nazionali, o che, con la flessione percentuale dello 0,21%, posiziona l’Abruzzo al quart’ultimo posto nella graduatoria delle regioni d’Italia
- al penultimo posto della graduatoria delle regioni del Mezzogiorno;
- un andamento dell’export o che segna una battuta d’arresto e sostanzialmente non cresce
(+0,4%) a fronte di un incremento nazionale del 22,9%, o che posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.
Il quadro conferma che il sistema economico abruzzese si trova in una situazione di oggettiva difficoltà. Tale difficoltà è da imputare soprattutto al fatto che il sistema produttivo abruzzese è composto per la gran parte da micro e piccole imprese che comunque rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 56% degli occupati. Esse hanno problemi di carattere strutturale e una scarsa propensione all’innovazione e pertanto c’è l’esigenza di escogitare iniziative e reperire risorse capaci di promuovere il miglioramento della competitività.
Variazioni degli occupati per attività economiche tra il IV trimestre 2021 e il I trimestre 2022
agricoltura 6.000
industria -2.000
costruzioni -4.000
comm alb rist -11.000
servizi -17.000
I decrementi più alti nel comparto del commercio, alberghi e ritoranti e in quello degli altri servizi piazzano l’Abruzzo, in entrambe le categorie, agli ultimi posti della graduatoria nazionale.
Nel I trimestre 2022 si registra un incremento di 9.000 disoccupati pari al 9,4% in controtendenza rispetto a quello nazionale che ha segnato un decremento del 4,6%.
Occupati: persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento (a cui sono riferite le informazioni) presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che prevede un corrispettivo monetario o in natura;
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;
- sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie, malattia o Cassa integrazione). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. I lavoratori indipendenti assenti dal lavoro, a eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, continuano a mantenere l’attività.
I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.
Le precedenti condizioni prescindono dalla sottoscrizione di un contratto di lavoro e gli occupati stimati attraverso l’indagine campionaria sulle Forze di lavoro comprendono pertanto anche forme di lavoro irregolare.
Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 64 anni che hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive;
Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati di una determinata classe di età (in genere 15‐64 anni) e la popolazione residente totale di quella determinata classe di età.
Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati di una determinata classe di età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati (forze lavoro) della stessa classe di età.