di Leonardo Alfatti Appetiti
Il 9 novembre 1989 è la storica data della caduta del Muro di Berlino, un evento che dal 2005 il parlamento italiano ha deciso di commemorare nel cosiddetto Giorno della Libertà. Pochi, tuttavia, si soffermano a ricordare. Pochissimi, peraltro, sanno che se il 9 novembre migliaia di cittadini di Berlino Est, a piedi o sulle caratteristiche automobili Trabant, si riversano verso i varchi con Berlino Ovest, il merito è di un giornalista italiano, Riccardo Ehrman. Nato a Firenze il 4 novembre 1929 e morto a Madrid il 14 dicembre 2021, era all’epoca corrispondente dell’ANSA dalla DDR.
Il nuovo segretario generale della Sed, Krenz, aveva sì intenzione di aprire nuovi punti di passaggio lungo il Muro, ma sui tempi e i modi non c’era certezza. L’indirizzo del gruppo dirigente del partito comunista era di calendarizzare graduali aperture nella legge di viaggio, che di fatto fino a quel momento aveva impedito l’espatrio ai cittadini tedesco-orientali.
Al suo portavoce Günter Schabowski spettava l’arduo compito di parlare con i giornalisti, convocati alle ore 18 di quel 9 novembre. È in quella conferenza stampa che entrò in gioco Riccardo Ehrman. Fu lui a porre le domande più insidiose e rivoluzionarie, mettendo il funzionario alle strette: “Vale anche per Berlino ovest?”. E ancora: “Quando entrerà in vigore?”.
Domande sfrontate. Il provvedimento non era ancora definitivo. Balbettando, Schabowski diede una risposta che fece crollare all’istante la frontiera di cemento che per 28 anni aveva diviso la capitale tedesca in due blocchi. “Sì, vale per tutti… A quanto ne so… subito, immediatamente”.
Riccardo Ehrman non solo pose le domande giuste, capì la portata delle risposte di Schabowski e si precipitò a dettare la notizia decisiva per la caduta del Muro di Berlino prima di tutti gli altri.
Le parole ebbero un’eco immediata e subito moltissime persone si recarono presso il muro. Le guardie di confine, sorprese e prive di indicazioni, aprirono i checkpoint e una gran massa di berlinesi dell’est si riversò a ovest senza controllo. È per questo che il 9 novembre 1989 è considerata la data della caduta del muro di Berlino.
La ricostruzione di quell’incontro con i giornalisti in Germania è stata a lungo dibattuta: la paternità di questa ultima decisiva domanda venne rivendicata anche da un giornalista della Bild. Il riconoscimento formale da parte del governo tedesco andò però proprio ad Ehrman, insignito della croce al merito. Willy Brandt, incontrandolo, gli disse: “Domanda breve, effetto enorme”. Non basta saper porre le domande, bisogna anche riuscire a comprendere le risposte.
Un insegnamento di grande attualità per i giornalisti, troppi dei quali hanno rinunciato persino a porre e a porsi le domande.