di Leonardo Alfatti Appetiti
“Incapace, scansafatiche, ignorante e bugiardo”. Questi alcuni dei termini, tutt’altro che lusinghieri, con cui Ettore Leve, consigliere comunale a Tollo, in provincia di Chieti, ha criticato l’operato del sindaco Angelo Radica. Aggettivi riportati nero su bianco sulle sue pagine social. Il primo cittadino non l’ha presa bene, querelando per diffamazione l’esponente del gruppo consiliare di minoranza “Tollo Rinascere”.
Il giudice del tribunale di Ortona, con buona pace del sindaco, si è pronunciato a favore del suo oppositore stabilendo che si trattasse di mera dialettica politica e non di insulti.
Niente diffamazione, pertanto, ma esercizio del diritto di critica.
Viva la libertà di pensiero, ha esultato il consigliere Leve. Resta il fatto che resta difficile prendere atto che termini oggettivamente ingiuriosi e rivolti espressamente alla persona più che alla sua azione politico-amministrativa quali, per l’appunto, incapace, scansafatiche, ignorante e bugiardo, possano essere derubricati a querelle politica. Al sindaco, non resta, come del resto ha già fatto sinora, che replicare a tono. Difficile ritenere che con questa sentenza il giudice sia davvero riuscito a mettere fine alle polemiche tra i due, anzi. È altrettanto difficile che, al di là delle diverse posizioni politiche dei due contendenti e della disistima che caratterizza i loro rapporti personali, la cittadinanza possa apprezzare un tale scadimento di toni. In tempi difficili quali quelli attuali, sono altri gli atteggiamenti e le parole che ci si aspetterebbero dalla classe politica.