di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Siamo avanti ad Avezzano, siamo davvero avanti in tema di aree verdi e piazze. Moderni, innovativi e senza dubbio… originali. Mentre a Piazza Torlonia si sperimenta un bel giardino all’italiana impiantato in mezzo a palazzi liberty, che inizialmente resteranno esterrefatti ma poi, come tutti noi, si abitueranno anche a questo, dopo aver visto tramutare, presto accadrà, Piazza del Mercato in un gigantesco microonde e soprattutto dopo che vedremo guizzare la nuova piscina comunale al posto della fontana in piazza Risorgimento, nella zona nord di Avezzano, invece, il vulcanico assessore all’ambiente di Avezzano, con la partecipazione e complicità del consigliere di maggioranza Lamorgese, eletto e residente nello stesso quartiere, peraltro suo compagno di gruppo politico, sta sperimentando un nuovo tipo di aree verdi.
Sembra trattarsi di un esperimento di aree verdi… biologiche, per dirla elegante, selvagge, per ironizzare, in abbandono per dire come stanno realmente le cose. L’area di sperimentazione è quella ricompresa fra via Kolbe, Piazza Nardelli, via Cavalieri di Vittorio Veneto e il villino Cimarosa con via don Minzoni.
Erbacce alte, campi coltivati incontrollatamente, marciapiedi rotti e terra di coltura per erbacce e piante selvatiche di ogni tipo, rovi, buchette, sporcizia e chi più ne ha più ne metta. Senza parlare delle tre aree in totale abbandono ovvero, quella dietro al Teatro dei Marsi, quella posta fra la ex scuola Giovanni XXIII e via Kolbe e quella retrostante il villino Cimarosa. Un panorama assolutamente desolante ma che comporta anche disagi per i residenti a causa della gran quantità di polvere che si alza con il vento e col passaggio delle auto, e con i cattivi odori che spesso si alzano da queste foreste cittadine.
Non resta che sperare che la sperimentazione finisca presto e che si trovi qualche buon uomo che, bontà sua, decida di andare a dare una pulita anche in quella zona della città fintanto che l’Amministrazione non decida cosa fare soprattutto con le tre aree degradate.