Non solo una dettagliata cronistoria di un anno di pandemia, ma anche un’analisi delle troppe criticità emerse e una serie di riflessioni su un periodo che va valorizzato come esperienza e “lezione” per migliorare il futuro.
Giampiero Castellotti, giornalista di lungo corso nonché presidente dell’associazione di cultura sannita “Forche Caudine” firma insieme all’imprenditore Domenico Mamone il libro di 208 pagine “Covid e dintorni”, Unsic editore.
Il “racconto”, che parte dai due cinesi ricoverati all’ospedale “Spallanzani” di Roma, si occupa anche dei nostri territori: ricorda, ad esempio, che l’Abruzzo è stata una delle prime regioni colpite dal virus, con un caso registrato già il 26 febbraio. Si trattò di un lombardo in vacanza a Roseto degli Abruzzi.
Un capitolo di “Covid e dintorni” è dedicato a dove tutto è presumibilmente partito, la città di Wuhan, nella regione cinese dell’Hubei. Ebbene, ricordano gli autori, questo territorio era già conosciuto a tanti amministratori locali italiani che avevano ospitato delegazioni o erano andati in Cina in cerca di opportunità economiche e culturali. Territorio gemellato proprio con l’Abruzzo. Già ad aprile 2013 una delegazione di funzionari e imprenditori, capeggiata da Huang Chuping, è stata a Tagliacozzo e si parlò di istituire un complesso alberghiero da adibire a centro-benessere. L’allora sindaco, Maurizio Di Marco Testa, firmò un gemellaggio “con ben due città dai nomi impronunciabili, Xianinng e Zhengzho – come raccontano gli autori. Qualche tempo dopo è stata la volta di Avezzano, delegazione di sei cinesi accolta dal presidente del Gal locale. L’idea era quella di istituire un volo di linea tra Hubei e l’Abruzzo. L’Università di Teramo, ricordano Mamone e Castellotti, ha accolto una delegazione di 21 magistrati della procura di Hubei partecipanti al corso sul meccanismo operativo degli organi procedurali italiani.
Analoghe esperienze in Molise, con delegazioni istituzionali in trasferta in Cina e delegazioni cinesi in visita a diversi luoghi della regione, comprese Macchia d’Isernia e Ferrazzano.
Il libro, dopo le cronache dettagliate che passano per i riti e i timori vissuti nel lungo lockdown, nella seconda parte si sofferma sui tanti drammi frutto anche di errori. Comprese le approssimative “profezie” della scienza, i calcoli discutibili o inesatti, gli scontri tra Stato ed enti locali, l’emergenza economica.
Per i numeri, gli autori si domandano perché a dicembre l’Abruzzo sia rimasto rosso, nonostante i pochi contagi: forse i parametri di gravità avrebbero dovuto subire qualche adeguamento? “E il Molise è stato troppo a lungo giallo, favorendo la proliferazione delle varianti soprattutto nell’area di Termoli – aggiunge Castellotti.
Tra gli episodi della sofferenza sanitaria, “Covid e dintorni” ha scelto, tra gli altri, la vicenda dell’anziano di Villalago (L’Aquila), positivo al tampone rapido, morto a novembre per arresto cardiaco dopo aver trascorso tutto il pomeriggio in ambulanza in attesa di essere preso in carico nella stanza dell’ex pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, trasformata di fatto in un’area Covid.
Un intero capitolo è dedicato alla scuola. Gli autori ricordano la sostanziale impreparazione del nostro apparato scolastico alle riaperture a settembre. Puntano l’indice, tra l’altro, sull’esoso acquisto degli ormai celebri banchetti, costati 280 euro l’uno per un totale di 119 milioni. Non sarebbe stato meglio investire sulle nuove tecnologie, dal momento che non era difficile prevedere l’uso della didattica a distanza in un anno così complicato? “Covid e dintorni” ricorda che in Abruzzo, al pari del Veneto, molti banchetti sono stati dismessi perché scomodi.
Sempre sulla scuola, la ricerca di Mamone e Castellotti riporta numerosi dati sul rapporto tra contagi e istituti scolastici. Quelli assemblati dalla rivista Wired su numeri ufficiali del ministero (64.800 casi ad ottobre) vedono il Molise al primo posto con 120 casi ogni 10mila studenti e docenti, seguito proprio dall’Abruzzo con 97,9 casi ogni 10mila studenti e docenti contro i 42,5 generali.
Il libro ricorda, infine, che le regioni che hanno riaperto prima le scuole dopo le vacanze natalizie (Alto Adige il 7 gennaio, Abruzzo e Toscana l’11 gennaio) si sono ritrovate per prime in fascia arancione o rossa nel giro di poche settimane.
La parte finale del libro è arricchita dalle considerazione sulla “lezione” offerta dal virus: il senso di sospensione, la rinnovata gerarchia delle priorità, la necessità di una rigenerazione morale, il monito per le imprese.