ROMA – “L’Italia, come ci ricordano numerosi studi, è uno dei Paesi meno fecondi al mondo”, lo ha detto Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo oggi in Aula, “La scarsa occupazione femminile incide fortemente e condiziona il desiderio di maternità, e anche di paternità. La scelta di fare figli è senza dubbio una scelta privata e personale, ma è dovere della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini ed impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Stabilizzarsi nel mondo del lavoro, avere un reddito dignitoso e servizi continuativi è sempre una condizione sine qua non per poter desiderare di avere un figlio o una figlia. Da qui l’urgenza, a cui siamo chiamati oggi, di esaminare il Family act per l’adozione e il potenziamento delle misure volte a: sostenere la genitorialità, la funzione sociale e educativa delle famiglie, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro all’interno della famiglia, valorizzare la crescita armoniosa ed inclusiva dei bambini, sostenere l’indipendenza e l’autonomia dei giovani, sostenere il lavoro femminile e la parità dei sessi, affermare il valore sociale delle attività educative e di apprendimento, prevedere contributi per la frequenza dei servizi educativi, dell’infanzia o per la frequenza di corsi sportivi, linguistici oppure per compare i libri scolastici o universitari.
Il PD, anche grazie al prezioso lavoro fatto dalla Conferenza nazionale delle donne, ha presentato numerose proposte emendative per migliorare il testo che puntano a: incentivare e rafforzare la equa condivisione dei tempi di cura e di lavoro di entrambi i genitori, rafforzare la parità dei sessi all’interno della famiglia sostenendo il lavoro di entrambi i genitori, prevedere l’introduzione di strumenti fiscali per favorire il rientro della donna nel mondo del lavoro, in particolare, dopo la maternità; prevedere che tutte le misure siano configurate tenendo conto dell’eventuale condizione di disabilità delle persone presenti all’interno del nucleo familiare, un rafforzamento dei servizi educativi e per quelli dell’infanzia attraverso misure di sostegno alle famiglie, specifici benefici fiscali aggiuntivi per forme di welfare aziendali con misure di sostegno all’educazione e alla formazione dei figli. Ma soprattutto distintiva è stata la nostra proposta, approvata, per avere estendere gradualmente ad almeno tre mesi il congedo di paternità. Abbiamo il dovere di uscire da questo inverno demografico e dobbiamo farlo anche molto in fretta. Le donne non devono più aspettare, le famiglie vogliono pensare al futuro.
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